«Inquinamento da plastica, lontana l’intesa sul trattato Onu»
L'appello di Plastic Free Onlus: serve un accordo ambizioso e tempestivo

La delegazione di Plastic Free Onlus. Da sinistra: Luca De Gaetano (fondatore e presidente), Lorenzo Zitignani (direttore generale) e Silvia Pettinicchio (responsabile strategica)
GINEVRA. «I Paesi sono ancora lontani da un consenso sui punti chiave»: bastano poche parole per dar conto di come sta andando la quinta sessione dell’ “Intergovernmental Negotiating Committee” (Inc-5), il processo negoziale delle Nazioni Unite per un trattato globale giuridicamente vincolante contro l’inquinamento da plastica. A segnalarlo è Plastic Free Onlus, che dal 2019 è impegnata nella lotta per fermare o quantomeno ridurre l’inquinamento da plastica (e, detto per inciso, ricorda di essere l’«unica associazione italiana presente a Ginevra come osservatore»).
Cos’è che ostacola il cammino verso una posizione comune? Divergenze che, come annota l’associazione, «riguardano questioni centrali:
- la definizione delle plastiche problematiche e prioritarie;
- l’inclusione delle microplastiche;
- i meccanismi di finanziamento («soprattutto a sostegno dei Paesi in via di sviluppo»);
- l’adozione di obiettivi chiari e misurabili di riduzione e gestione sostenibile.
La situazione – viene sottolineato – è resa «più complessa» da «un testo negoziale che, anziché semplificarsi, è diventato più lungo e frammentato, con numerose parentesi e opzioni alternative». C’è anche un altro aspetto che l’onlus italiana ritiene preoccupante: la «significativa presenza di rappresentanti dell’industria della plastica all’interno di alcune delegazioni, elemento che solleva dubbi sulla reale volontà di giungere a un accordo ambizioso».
«La comunità internazionale, la società civile e le future generazioni attendono un accordo che segni un reale passo avanti nella lotta all’inquinamento da plastica», dice Silvia Pettinicchio, che di Plastic Free Onlus è responsabile del settore “Global Strategy”: lo ripete invitando tutti i delegati a «procedere con coraggio e responsabilità, mettendo da parte interessi di parte per il bene collettivo».
A giudizio di Pettinicchio, però, l’assenza di consenso «non deve scoraggiare»: al contrario, occorre «spronare tutti a raddoppiare impegno e determinazione nei prossimi giorni». Aggiungendo: «È fondamentale non perdere di vista i veri obiettivi: proteggere il pianeta e le comunità dalla crisi globale della plastica. Serve un accordo ambizioso, inclusivo e tempestivo, capace di superare divisioni e interessi di parte».
Plastic Free informa che «un incoraggiamento speciale viene rivolto alla delegazione italiana, impegnata senza sosta all’interno della “High Ambition Coalition” (Hac) – che riunisce, oltre all’Unione Europea, Canada, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Norvegia, Svizzera, Messico, Cile e altri Paesi – per spingere verso un trattato forte, efficace e senza compromessi al ribasso».
Il tempo a disposizione per definire un testo condiviso si sta «rapidamente esaurendo», dice l’associazione italiana: l’obiettivo iniziale di «concludere i negoziati entro la fine del 2024 non è stato raggiunto» e ogni ulteriore ritardo – si afferma – «rischia di compromettere la possibilità di adottare presto un trattato ambizioso e vincolante per fermare l’inquinamento da plastica».