Authority Palermo, la (quasi) pace dopo la tempesta sulla nomina di Tardino
La Regione rinuncia alla richiesta di sospensiva e manda segnali a Salvini

Annalisa Tardino, commissaria straordinaria dell’Authority di Palermo con Roberta Metsola presidente del Parlamento europeo
PALERMO. Annalisa Tardino può restare tranquilla al suo posto di commissario dell’Authority palermitana, almeno per qualche mese. Resta in piedi il ricorso (sul quale si ritiene possibile il pronunciamento di merito a metà gennaio) ma la Regione Siciliana ora prende tempo: non le interessa più che sia sospesa la nomina contro la quale aveva fatto fuoco e fiamme appena quattro settimane fa.
Nel mirino la decisione del ministro Matteo Salvini, che aveva stabilito di lasciare da parte le aspettative locali nel segno della continuità e, per prendere il posto di Pasqualino Monti al timone dell’istituzione portuale, aveva mandato l’avvocata civilista con curriculum politico da eurodeputata del suo partito (e da numero uno della Lega in Sicilia). Uno strappo che era anche un “messaggio in bottiglia” al resto del centrodestra: soprattutto Fratelli d’Italia gli stava mettendo i bastoni fra le ruote facendo “melina” sull’iter dell’esame in commissione per ritardare il decreto finale.
Secondo quanto riporta “Il Giornale di Sicilia”, quotidiano palermitano, nell’udienza al Tar la Regione Siciliana ha scelto di non confermare la richiesta di sospensione della nomina arrivata a cavallo di Ferragosto. Secondo il quotidiano catanese “La Sicilia”, la Regione ritiene più utile puntare al più presto a un giudizio completo e approfondito: anche in nome dell’esigenza di «garantire la piena legittimità nella direzione di un ente pubblico strategico per lo sviluppo della Sicilia occidentale», dice il giornale. Va in tal senso anche la sottolineatura che “Il Giornale di Sicilia” attribuisce ai funzionari dell’amministrazione regionale: rinunciare alla sospensiva è un passaggio tecnico indispensabile per abbreviare i tempi della decisione di merito.

Matteo Salvini e Renato Schifani
Va detto però che la temperatura dei rapporti fra il ministro Matteo Salvini (leghista) e il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani (forzista) sembra parecchio differente rispetto anche solo al mese scorso.
Dopo la tempesta a nomina appena effettuata, dalla tribuna dell’ “EtnaForum” Schifani ha mandato segnali di quiete a Tardino: ha ripetuto che la stima molto e che politicamente si è trovato bene con lei quando era alla guida della Lega in Sicilia. Non solo: benché ribadisca di preferire «una figura di tecnico» per la guida dell’istituzione portuale, rivela di averla presa in considerazione in un faccia a faccia con Salvini avvenuto ad aprile. Anzi, gratifica Salvini di un giudizio lusinghiero («è lui il miglior ministro delle infrastrutture di un governo nazionale che la Sicilia abbia avuto»). Detto per inciso, nell’iniziativa etnea non poteva mancare un accenno alle regionali del 2027 e Schifani ha spiegato che il suo lavoro al timone della Sicilia ha bisogno di continuità per affrontare emergenze tipo l’acqua o i rifiuti, e chi vuol fare congetture le faccia.
Se non bastasse ad accreditare un clima differente, si aggiunga che il vicepresidente della Camera, Giorgio Mule (Forza Italia), è andato dalla commissaria dell’Authority di Palermo e via social le ha garantito «tutto il sostegno necessario per continuare sulla strada di un’ulteriore crescita del porto».