Avanti adagio, quasi indietro
Potremmo dire, parafrasando Guido Gozzano, che tra gli infiniti problemi che riguardano il nostro mondo attuale, tra guerre e genocidi, ci sono anche le “piccole cose di pessimo gusto”. Tra queste c’è l’incredibile vicenda dei ripetuti ostacoli alla gara regionale della Toscana per i traghetti con le isole dell’Arcipelago: una gara che da due anni non si riesce a fare.
Ci hanno messo del loro un po’ tutti: prima la Regione che si è cervelloticamente inventata tre àmbiti, con la balzana idea di separare i collegamenti con l’Elba (remunerativi, in particolare d’estate) con quelli del Giglio e delle altre isole minori che richiedono una sostanziosa sovvenzione (per Capraia, la più lontana e meno popolata, il costo del collegamento è al 100/% a carico pubblico); poi, tornati all’àmbito unico dopo unanimi sculacciate, ci hanno messo il becco i vari soloni della concorrenza; infine è scattato, mesi fa, il ricorso finale della compagnia Blu Navy che puntando chiaramente a scorporare i collegamenti per la sola Elba ha contestato al Tar la gara in unico lotto. Tira e molla si va avanti (o indietro) con cento dubbi, ma con quella che agli isolani sembra un fondamentale menefreghismo.
Piccola cosa, quella che riguarda i servizi di continuità territoriale per le isole toscane? In chiave cosmica, come sembra si debbano oggi leggere tutte le umane gesta, sembrerebbe di sì. Eppure sulle isole toscane ci sono circa 35mila residenti: in maggioranza all’Elba (32mila), a poche miglia dal continente, per i meno di 100 residenti reali sulla lontana Capraia, tra l’altro in crisi permanente per i servizi Internet, senza uno sportello bancario, senza trattamento locale dei rifiuti (vanno spediti a Livorno via nave con costi stratosferici) con la benzina a 2,4 euro al litro e l’energia elettrica da una centrale a gasolio vecchia di decenni. Una parentesi va aperta per Gorgona, isola-penitenziario senza un porto né reale popolazione civile (poche decine di famiglie degli agenti di custodia e qualche superstite di antica data) che si affida più che altro alle motovedette del carcere, alcune delle quali vecchie e con scarsa tenuta di mare.
Continuità territoriale come principio sancito dalla Costituzione e del diritto delle genti? Diritti e doveri uguali per tutti? Aspettando Godot, cioè il Tar e poi il 18 dicembre, sembra sia diventato d’obbligo il vecchio, sarcastico comando per la sala macchine di una sgangherata navetta: “Avanti adagio, quasi indietro”.
A.F.











