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NOI E IL NORDAFRICA

Finalmente alla scoperta della sponda Sud del Mediterraneo

L’Authority livornese in Algeria per presentare il progetto “GreenMedPorts”

Il porto di Oran in Algeria

LIVORNO. Finora le quasi 2.500 miglia di costa fra Gibilterra e Suez le abbiamo guardate nient’altro che come una minaccia: da lì partono i barconi che attraversano il Mediterraneo e vengono all’arrembaggio del nostro benessere comprato a rate. Ci vorrebbe una “muraglia cinese”. Eppure stiamo parlando di una fascia di territorio che abbiamo all’uscio di casa: non avrà standard di reddito occidentali ma produce un Pil aggregato di 1.025 miliardi di dollari, cioè ben più di Svezia e Finlandia messe insieme, con tassi di crescita annui che noi ci sogniamo (minimo quattro punti percentuali, eccetto la Tunisia). Dispone di materie prime strategiche, almeno per ora, come il petrolio: Libia e Algeria sono fra i primi venti produttori al mondo di barili di petrolio e insieme all’Egitto valgono quanto il Kuwait, per capirci. Sta lì gran parte – più del 70% – dell’interscambio commerciale con il nostro Paese, che secondo l’Osservatorio della Farnesina vale quasi 38 miliardi fra import ed export (appena più di 12).

A questo punto ci si potrebbe risvegliare e accorgerci che:

  • l’Italia è un molo proteso nel Mediterraneo, è un dono che ci ha fatto la geografia
  • la sponda sud-mediterranea è l’approdo naturale di tante rotte delle “autostrade del mare”
  • la logistica basata sui ro-ro (semirimorchi e camion spediti via nave) ha bisogno di un basso livello di infrastrutturazione, ben meno oneroso e complicato dell’apparato di cui ha necessità un terminal container
  • gli investimenti necessari per creare un flusso di traffico e i tempi di ammortamento sono assai meno pesanti di un terminal contenitori.

Francescalberto De Bari, Authority di Livorno al convegno in Algeria

Dentro questo contesto, il porto di Livorno ha più di un asso da calare sul tavolo. A cominciare dal fatto che è di gran lunga il porto numero uno in Italia sul fronte delle “autostrade del mare”: con uno standard consolidato di 400-500mila camion ogni anno e 14-15 milioni di tonnellate di merce ro-ro movimentata. Si sfiorano i 21 milioni di tonnellate nell’insieme degli altri porti del sistema dell’Alto Tirreno (Piombino e Portoferraio): più di tutti gli altri dell’arco costiero tirrenico da Savona-Genova a Civitavecchia-Gaeta incluse.

D’altronde, Livorno ha collegamenti diretti con il Nord Africa e la presenza di compagnie nordafricane con solide radici sulle banchine labroniche. Non dimentichiamoci che in anni lontani, nell’era Marcucci, l’Authority livornese aveva costruito una propria “diplomazia” di rapporti con la sponda Sud del Mediterraneo. Ben venga, dunque, adesso la riscoperta che ne fa l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale: l’istituzione portuale livornese rende noto di aver rappresentato l’Italia alla prima edizione della “International Conference on Energy and Digital Transition in the Maritime Sector”: appuntamento a Oran (Algeria) per quello che a Palazzo Rosciano, sede dell’Authority labronica, presentano come «uno degli appuntamenti più rilevanti nel panorama mediterraneo sul tema della transizione energetica e digitale dei porti».

Nel corso dell’evento è stato presentato ufficialmente il progetto “GreenMedPorts”: è finanziato nel programma europeo Interreg Next Med ed è il corridoio stabile con la sponda Sud del Mediterraneo che l’ente portuale livornese vuol aprire.

“GreenMedPorts” – viene spiegato – è «uno dei trenta progetti approvati su un totale di 600 candidature internazionali» e si concentra su due assi centrali della trasformazione portuale:

  • lo sviluppo dei “Green Corridors” mediterranei, «fondamentali per garantire rotte marittime a basse emissioni e infrastrutture energetiche integrate»
  • il monitoraggio ambientale avanzato dei porti («attraverso tecnologie digitali, sensoristica e modelli di valutazione condivisi tra le due sponde del Mediterraneo»).

Palazzo Rosciano sede Authority livornese

Il progetto – viene messo in risalto da Palazzo Rosciano – è coordinato dalla Port Authority italiana, vede la partecipazione di soggetti di rilievo del mondo istituzionale e accademico, a cominciare dal ministero tunisino dell’agricoltura, delle risorse idrauliche e della pesca, dall’egiziana Arab Academy for Science, Technology & Maritime Transport, e dall’algerina Université des Sciences et de la Technologie Mohamed Boudiaf; presenti inoltre anche la Foundation of Transport di Malta e la spagnola Cetmo Foundation.

Grazie a “GreenMedPorts”, progetto con «una durata triennale», l’Autorità di Sistema Portuale dell’Alto Tirreno mette a fuoco l’intenzione di «consolidare i rapporti con un Paese, l’Algeria, che sta investendo fortemente in energia, digitalizzazione e infrastrutture portuali, con un accesso diretto a istituzioni, università, porti e reti strategiche».

Queste le parole di Davide Gariglio, che dell’Authority livornese è presidente: «Si tratta di una piattaforma preziosa per rafforzare la cooperazione con università, centri di ricerca, ministeri e porti algerini, creando un corridoio di scambio stabile nel Sud Mediterraneo». A suo giudizio, questa iniziativa rappresenta un modello di cooperazione internazionale – afferma – che guarda «alla transizione ecologica, alla sicurezza energetica, all’innovazione digitale e alla costruzione di nuovi partenariati tra Europa e Nord Africa». E aggiunge: «Il coinvolgimento dell’Authority labronica consolida il posizionamento di Livorno, Piombino e Portoferraio come poli europei dell’innovazione marittima e rafforza il nostro ruolo nella costruzione della rete mediterranea dei “porti verdi”».

M.Z.

Pubblicato il
3 Dicembre 2025
di M.Z.

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