La bussola di Fincantieri ora punta dritto sul Golfo Persico
Alleanza con l’università saudita e patto con i cantieri del Bahrein

L’eccellenza italiana della cantieristica: Fincantieri al lavoro
TRIESTE. Fincantieri insiste nel suo protagonismo nel Golfo Persico: lo fa a pochi giorni dalla missione del viceministro delle infrastrutture Edoardo Rixi, che a stretto giro ha avuto un doppio contatto con l’omologo qatariota. In questo caso si tratta invece del fatto che la Fondazione Fincantieri ha lanciato in Arabia Saudita una borsa di studio insieme alla King Abdullah University of Science and Technology (Kaust), uno dei più prestigiosi istituti universitari di ricerca del Medio Oriente. Obiettivo: sostenere giovani ricercatori nei settori della sicurezza marittima, della cyber-resilienza e delle nuove tecnologie applicate alla navigazione.
L’iniziativa arriva all’indomani della firma di un accordo di partnership che il gigante industriale italiano ha sottoscritto in Bahrein con Arab Shipbuilding & Repair Yard (Asry), operatore di riferimento nei servizi di riparazione navale e marine nell’area bahreinita, alla presenza della presidente del consiglio Giorgia Meloni e del premier del Bahrein, Salman Bin Hamad Al Khalifa, principe ereditario. L’intenzione – hanno ribadito le parti – è quella «esplorare nuove opportunità di collaborazione nel settore della cantieristica navale». Non è una sottolineatura di circostanza: Fincantieri ne fa l’occasione per entrare nel mercato navale del Bahrein ed è un altro passo in avanti in una strategia dell’attenzione alla presenza del gruppo in Medio Oriente («anche attraverso una possibile collaborazione con Maestral, la joint venture tra Fincantieri ed Edge»).
Tornando a parlare dell’iniziativa di Arabia Saudita, l’iniziativa della borsa di studio ha a che vedere con il “Memorandum of Understanding” firmato nello scorso gennaio in nome dell’eccellenza nella formazione e nel trasferimento tecnologico, secondo quanto sottolinea l’orizzonte che l’Arabia Saudita si è data con “Vision 2030”. Fra gli argomenti da mettere al centro figurano anche «le nuove minacce alla navigazione, come i recenti casi di spoofing Ais e Gps, che possono alterare la posizione delle navi e compromettere la sicurezza delle rotte marittime».
Secondo quanto è stato reso noto, il programma si concentrerà su tre aree strategiche:
- l’autenticazione avanzata dei segnali Ais per prevenire manipolazioni;
- il rilevamento opportunistico dello “spoofing” Gps tramite «analisi intelligente dei dati satellitari»;
- la verifica della posizione basata sulle stelle, potenziata da algoritmi di “machine learning”.
Tutto questo – viene messo in evidenza – ha lo scopo di «sviluppare una piattaforma software operativa integrabile nei sistemi digitali di bordo, rafforzando la collaborazione tra università e industria e contribuendo alla crescita del Fincantieri Digital Ecosystem (Fde)».











