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Da Londra l’ICS richiama l’Italia per un rapporto sulla Concordia

Il presidente della Chamber of Shipping pronto a venire a Roma per incontrare “il ministro che non c’è” sulla vicenda – Il ritardo delle informazioni blocca eventuali interventi dell’IMO

Masamichi Morooka

LONDRA – L’Italia non è ancora riuscita, a un anno dal disastro della Costa Concordia, a fornire all’IMO (International Maritime Organization) un rapporto ufficiale sulle cause e sulle sue conseguenze. Così la denuncia dell’ICS (International Chamber of Shipping) nell’ultima riunione del suo consiglio direttivo alcuni giorni fa a Londra. Il presidente di ICS, il giapponese Masamichi Morooka, richiamando il ministero delle Infrastrutture e Trasporti del governo italiano a farsi vivo con l’IMO, ha espresso “frustrazione perché l’Italia non è stata capace di presentare sul sinistro un rapporto completo”.
[hidepost]E ancora: “data la gravità del disastro, avvenuto più di dodici mesi fa, questa mancanza da parte dell’Italia è semplicemente inaccettabile; non abbiamo ancora una versione ufficiale di quali siano state le principali cause di un incidente che in realtà non sarebbe mai potuto accadere”.
Secondo l’ICS dovranno essere rese più rigide le norme che impongono ai paesi di fornire all’IMO i risultati sulle inchieste tecniche relative agli incidenti marittimi.
Il presidente Morooka ha anche chiesto, in via ufficiale all’ambasciatore d’Italia a Londra, di poter incontrare il più presto possibile il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera – che qualcuno a Londra ha definito “il ministro che non c’è”- venendo anche a Roma se necessario, per avere risposte complete e senza punti oscuri. Per l’ICS, e tanto più per l’organizzazione mondiale IMO cui sono delegati i provvedimenti relativi alla sicurezza della navigazione, i troppi punti ancora non chiariti ufficialmente dall’Italia sulla sciagura della Costa Concordia ritardano l’emanazione di eventuali provvedimenti correttivi sia alle norme di costruzione delle navi da crociera, sia ai protocolli di sicurezza da adottare a bordo.
Ovviamente sia l’ICS che l’IMO stanno seguendo con estrema attenzione il procedere del piano di Titan/Micoperi per il recupero e il rigalleggiamento tramite raddrizzamento (“parbuching”) del relitto. Si tratta – è stato ricordato a Londra – di un’operazione molto complessa e con altrettante incognite, mai tentata in precedenza su un relitto di tali dimensioni, per di più in mare da un anno e probabilmente di integrità strutturale compromessa. Molti dei dubbi espressi dai tecnici sull’operazione – come abbiamo avuto modo di riferire anche su queste colonne – appaiono più che legittimi proprio per la complessità del piano, le condizioni del relitto e le variabili imprevedibili in ogni fase dell’operazione.

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Pubblicato il
20 Febbraio 2013

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