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“Il porto di Piombino tra storia e sviluppo futuro” (Collana CSSM Pacini Editore)

Presentato in un incontro con molti protagonisti della vita marittima e portuale della fascia costiera toscana, con un’appassionata introduzione di Luciano Guerrieri, già presidente della Port Authority per due mandati ed oggi commissario straordinario della stessa istituzione, più che d’un libro bisognerebbe parlare di una serie di studi: tutti analiticamente pregevoli e tutti con un preciso obiettivo, quello di ricordare che Piombino è stato nei secoli passati e sta tornando un porto tra i principali protagonisti dei traffici militari e mercantili del Mediterraneo centro-occidentale.
L’ha spiegato molto bene, da studioso ma anche da “piombinese onorario” il professor Giuseppe Petralia, direttore del centro di studi storici mediterranei “Marco Tangheroni”: che nell’intervento seguito a quello di Guerrieri non solo ha ricordato Marco Tangheroni e i suoi numerosi lavori, ma anche Ivan Tognarini – cui il volume è dedicato – “grande cultore della storia piombinese”.
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Luciano Guerrieri

Il libro si sviluppa in otto capitoli, ciascuno dei quali affidato a un esperto (o gruppo di esperti) dopo le presentazioni di Luciano Guerrieri e Giuseppe Petralia. Su “Piombino, porto e città: una lettura archeologica” scrive Giovanna Bianchi con un testo coinvolgente e documentato arricchito di planimetrie, foto e rendering. Segue “Tre porti e un promontorio” di Maria Luisa Ceccarelli Lemut che introduce lo sviluppo degli scali antichi (Baratti, Falesia e Piombino) con una interessante serie di richiami storici e politico-commerciali. “Piombino tra Pisa e gli Appiani” di Gabriella Garzella e Olimpia Vaccari affronta l’analisi del porto come punto strategico nella Toscana medioevale e rinascimentale, elemento di equilibrio tra il potere (poi declinante) della Repubblica Marinara della Toscana, le lotte tra la Francia e la Spagna e l’ago della bilancia costituito proprio dagli Appiani e dal loro piccolo ma agguerrito principato. “Piombino e il suo porto: arte e storia” è il capitolo firmato da Maria Teresa Lazzarini mentre Angelo Nesti elabora la sua tesi su “Lineamenti della portualità piombinese dal XVI secolo all’inizio del XX”.
La parte “moderna” della storia piombinese è affrontata da Giampiero Costagli con ”Siderurgia, commercio, turismo nel XX secolo”, sviluppata attraverso una ricca rassegna di immagini fotografiche, alcune delle quali estremamente rare e tutte coinvolgenti. Chiudono il volume “Il dinamismo di un porto nella rete dei porti toscani” di Maurizio Bettini e l’analisi tecnico-giuridica della ”Amministrazione del porto” di Claudio Capuano, anch’essa arricchita da foto e schede.

Olimpia Vaccari

Nella sostanza il volume di grande formato, sviluppa in poco più di 200 pagine non solo gli aspetti storici e commerciali alla base della nascita e della crescita del porto di Piombino: ma intende rilanciare con forza il diritto del secondo porto della provincia di Livorno ad essere considerato un “grande porto”, sia per il suo passato che, in particolare, per il futuro che ha saputo conquistarsi grazie all’attuale rilancio – il cui merito va in parte notevole anche agli otto anni di presidenza di Luciano Guerrieri – che ne fa una delle promesse dell’intero Mediterraneo con un crescente accorrere di insediamenti industriali e marittimi. E con la prospettiva di un “sistema” con Livorno – se andranno avanti i termini della riforma portuale – a pari dignità e pari valore.
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
1 Aprile 2015

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