Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Conftrasporto: forte protesta il 18 marzo

ROMA – “Contro l’immobilismo del governo”, si mobilitano gli autotrasportatori. Che sabato 18 marzo, su iniziativa di Unatras – la sigla che riunisce le maggiori federazioni del settore – protesteranno in tutta Italia “contro le mancate risposte del governo alle numerose domande poste”. Di carne al fuoco ce n’è parecchia: dalla determinazione mensile dei costi indicativi di esercizio dei servizi allo sblocco del rilascio delle autorizzazioni per i trasporti eccezionali, all’assunzione di iniziative che garantiscano la trasparenza del mercato nazionale e internazionale.[hidepost]

Il presidente di Fai Conftrasporto Paolo Uggè definisce la mobilitazione “La naturale conseguenza di aspettative disattese, una conclusione alla quale gli autotrasportatori sono giunti dopo lunghi mesi di silenzi, addirittura di retromarce su impegni già presi”.

Date le premesse, per Conftrasporto non ci si poteva aspettare una risposta diversa da questa; a provocarla, per il presidente Uggè, “I mancati riscontri su alcuni temi centrali per la categoria, per i quali il Governo, e non solo il ministero dei Trasporti, avrebbe dovuto impegnarsi. Per risolvere certe situazioni – spiega il presidente della Confederazione dei trasporti – è necessario che ci sia un coordinamento, un punto di riferimento ben preciso. Altrimenti accade, com’è successo, che i rappresentanti della categoria firmino un protocollo d’intesa con i rappresentanti di un ministro e poi quell’impegno, frutto di mesi di trattative e di lavoro, finisca col diventare carta straccia”.

Così le questioni sul tappeto si sono moltiplicate. “L’elenco è lungo – avverte Uggè – Penso alla circolare dell’Inps per la defiscalizzazione riguardante gli autisti all’estero, che le imprese attendono da mesi, la cui firma a parole sembrava imminente e che non è mai stata diffusa. Oppure ai tagli delle risorse per il settore che hanno portato alla riduzione degli sconti per i Tir sui pedaggi industriali, allargando ancora di più la forbice a sfavore delle imprese italiane in materia di competitività. E ancora, alle risorse per il trasporto combinato strada mare e strada rotaia che l’Unione europea aveva già approvato e che il nostro Paese nel 2016 è riuscito incredibilmente a perdere per strada; o al fatto che i 280 ingegneri attesi negli uffici delle Motorizzazioni civili per far finalmente ripartire le revisioni, e non tenere fermi migliaia di mezzi, non sono stati assunti perché mentre il ministero dei Trasporti ne decretava l’urgentissimo bisogno il ministero dell’Economia bocciava la richiesta. Come se nella cabina di un Tir un conducente girasse il volante a destra e il suo “secondo” dall’altra parte… La protesta del 18 – conclude il presidente di Conftrasporto – vuol essere l’ultima occasione per spiegare al Governo che una volta fatta una scelta occorre sapere proseguire tutti in quella direzione, altrimenti si provocano solo danni”.

[/hidepost]

Pubblicato il
8 Marzo 2017

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio