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In un progetto di scuola-lavoro rinascono i bravi maestri d’ascia

In un progetto di scuola-lavoro rinascono i bravi maestri d’ascia

I tre studenti con i remi quasi “finiti” e in un momento di lavoro con il professor Campanella.

LIVORNO – E chi se li ricorda gli antichi maestri d’ascia? Quelli che con un’accetta o un pennato erano capaci di sagomare durissime tavole di quercia, e di riparare vetuste barche maltrattate dagli anni con un pò di stoppa e di pece, ma anche di riesumare dalla cultura dei secoli linee d’acqua più pure di quelle disegnate dai più sofisticati computer d’oggi?

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Ebbene, ci sono dei ragazzi che, con modestia ma anche con entusiasmo, stanno imparando il mestiere. Ne abbiamo incontrati tre che sotto la guida di un insegnante appassionato e intelligente fanno parte di quel progetto “Alternanza scuola-lavoro” che coinvolge anche alcune delle “cantine” sui Fossi,  lo studio d’architettura di Andrea Maffei e l’istituto ITI da cui i ragazzi provengono. I nomi: Lorenzo Banchelli, Luca Fedi e Francesco Filippi. Il loro insegnante del corso è il professor Riccardo Salotti, il loro mentore sul campo il professor Enrico Campanella, notissimo cultore di tecnologie nautiche e autore anche di pubblicazioni sulle barche di Castiglioncello, sui segreti del costruttore e progettista Giuliano Garfagnoli ed altro ancora. Al progetto collaborano in particolare l’associazione Amici delle barche e la sezione nautica San Jacopo: la durata, un mese, con il lavoro svolto nel museo delle imbarcazioni storiche dell’Autorità di sistema portuale, dietro il mercatino americano.

Programmato in quattro fasi, il progetto è attualmente in quella realizzativa: gli studenti sotto la guida di Enrico Campanella stanno restaurando una serie di remi, vestigia del palio marinaro di anni or sono, con un attento lavoro che comporta il risanamento delle parti in legno, di quelle in vetroresina e la predisposizione di un trespolo espositore, che alla fine di tutto sarà posizionato insieme alle imbarcazioni del museo. Il restauro dei remi è forse uno dei lavori più difficili, in quanto i danni del tempo e dell’abbandono hanno in alcuni casi comportato delicatissimi interventi per riscoprire linee, venature e “sanità” del legno. Quasi alla fine del progetto, giustamente insegnanti e allievi ne sono fieri. E noi con loro, certi che rivivrà un mestiere tra i più affascinanti del mare.

A.F.

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Pubblicato il
4 Luglio 2018

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