ROMA – “Non è così che si difende il lavoro portuale”. Con una lunga nota l’ANCIP, l’associazione delle Compagnie dei lavoratori portuali, ha preso posizione venerdì sullo sciopero che ha bloccato il porto di Trieste e altri scali minori, sciopero che l’ANCIP non condivide.
“Dall’entrata in vigore della legge portuale n. 84/94 – scrive il presidente dell’ANCIP Luca Grilli nella lunga nota che siamo costretti a sintetizzare – e dalla conseguente trasformazione delle Compagnie e Organizzazioni portuali, l’Associazione Nazionale Compagnie e Imprese Portuali si è sempre battuta, in ogni sede, per la salvaguardia del lavoro e della dignità dei portuali italiani”.
“In queste ore così concitate – scrive ancora Grilli – vogliamo ribadire con orgoglio che la nostra categoria, quella dei portuali, ha continuato a lavorare e, con grande senso di responsabilità e nell’interesse generale della Nazione a garantire, dall’inizio della pandemia Covid-19 fino a oggi, il mantenimento del sistema logistico-portuale, l’approvvigionamento di ogni territorio, la tenuta socio-economica del Paese. Inizialmente abbiamo lavorato anche senza DPI, e facendoci carico dei rischi quando la situazione non era chiara nemmeno per il servizio sanitario, senza mai fermare alcuno scalo d’Italia, dando una lezione di serietà e responsabilità.
Il vaccino consente di dare serenità e tranquillità a chi vuole difendere il lavoro ma nel contempo essere più tranquillo di non contagiare sé stesso, i propri compagni, la propria famiglia e le persone care.
Siamo orgogliosi di affermare che – a differenza dell’immagine che di noi sta venendo strumentalmente diffusa – all’interno della nostra categoria, in tutta Italia, si è superato l’80%.
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