Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Bruno Lenzi la morte da combattente

Bruno Lenzi

LIVORNO – È morto combattendo la sua ultima, indomita ma disperata battaglia per riaffermare la propria integrità morale. A 87 anni Bruno Lenzi, ex presidente della Porto 2000 dal 1999 al 2007, e poi commissario dell’Autorità portuale, appassionato collezionista d’arte e “tutore” di quell’artista livornese poi lanciassimo Madiai, si è arreso alla malattia giovedì notte all’ospedale di Livorno. Era stato ricoverato prima per un tentativo di cura, poi nel reparto di cure palliative. I funerali si sono svolti sabato scorso, con la partecipazione di molti esponenti del mondo marittimo e portuale.

Operatore portuale eclettico e in alcuni tratti anche geniale, era anche appassionato di basket oltre che di arte. Ricordano che è stato anche il fondatore della Ra.Ri. Nel 2007, all’apice della carriera, è stato  travolto da uno scandalo giudiziario – una questione di utilizzo di fondi della Porto 2000 che dirigeva, secondo lui subito rimborsati – per cui in sede di udienza preliminare aver patteggiato.

[hidepost]

Poi a cascata, il sequestro del suo patrimonio di quadri – si è parlato di 1200 dipinti, molti dei quali di grande valore – fino a un arresto per violazione della pena di domicilio coatto e infine la vendita all’asta della casa. Non aveva mai accettato la condanna e si era battuto con la forza della disperazione, inviando anche memorie difensive ai giornali, alle autorità, alla città. Si era rivolto ad avvocati non solo locali, aveva studiato – e anche denunciato – la storia dei quadri sequestrati, era arrivato a ipotizzare un complotto per appropriarsi dei suoi beni. Il tutto invano.

Lascia la moglie Luana, il figlio Riccardo – che aveva un’attività marittima anch’essa poi conclusa – e due nipoti. Tutti lo ricordano come un uomo intelligente, attivo, pieno d’interessi d’arte e di sport. Era stato anche tra i soci della nostra casa editrice. Riposi in pace, gli abbiamo voluto bene.

(A.F.)

[/hidepost]

Pubblicato il
2 Agosto 2023
Ultima modifica
3 Agosto 2023 - ora: 12:44

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio