VIAREGGIO – Il fenomeno non è nuovo, perché da Viareggio – storica base della grande e ricca nautica Made in Italy – l’emigrazione per mancanza di spazi ha ormai decenni. Ma oggi anche chi era migrato in zona toscana, per mantenere le radici con i fornitori e arredatori storici, cerca respiro altrove. Così dal Canale dei Navicelli si sono viste aziende di primaria importanza anche non solo nautica – una per tutti Gas and Heat – prendere la strada di Piombino, mentre si parla di Benetti che cerca spazi in Croazia, Poerio con il suo marchio migrare da Genova a Civitavecchia, Ferretti che dall’Adriatico e dal nord Italia (zona laghi) cerca anch’esso siti in sud Italia.
Sono segnali positivi?
Certo, testimoniano l’esigenza di crescere; e di far crescere un comparto che è ormai insediato ai primi posti – se non al primo – al mondo. Ma è anche un segnale di preoccupante rigidità del territorio, che non riesce a far fronte ad espansioni in loco. I vincoli sono quasi sempre legati all’ambiente, ai piani regolatori (spesso risalenti ad anni fa, in realtà anche imprenditoriali totalmente diverse) alla scarsa volontà di metter mano alle carte. Insomma, siano in tempi di programmazione del futuro ma con scarso aiuto di chi dovrebbe invece spingere per le realtà produttive più in crescita.
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