Più verde in città, è un salva-vita contro le ondate di calore
Prof dell’ateneo fiorentino partecipa all’indagine-pilota
FIRENZE. Il verde nel cuore della città aiuta a stare meglio: sarà perché fanno ombra al cammino, sarà perché ascoltiamo una varietà di cinguettii di uccelli, sarà perché rompono la monotonia del cemento, fatto sta che a farci svoltare l’umore può bastare anche quella che chiamano un” tiny forest”, un angolo verde di neanche cento metri di lato e un migliaio di alberi. Sufficienti, dicono gli esperti, a consentire che alcune centinaia di specie animali si riavvicinino alla città. Ma adesso uno studio in cui ha messo lo zampino anche un prof dell’ateneo fiorentino racconta qualcosa di più: non è solo per modo di dire che piantare alberi salva vite umane. Il motivo? Perché gli alberi sono uno “scudo verde”, soprattutto dal punto di vista delle temperature eccessive.
L’indagine scientifica, pubblicata su “The Lancet Planetary Health”, è stata coordinata a livello internazionale dalla Monash University: Francesco Sera, docente di statistica matematica presso il Disia dell’Università di Firenze, all’interno del team di ricerca si è occupato di supervisionare la gestione dei dati e i metodi statistici.
I ricercatori hanno stimato che, incrementando la vegetazione urbana del 30% nelle città europee, si sarebbe potuto salvare nel giro di vent’anni un esercito di persone: «quasi 400mila decessi dovuti alle temperature eccessive», dicono dall’ateneo fiorentino. Non solo: «Un numero ancora maggiore di vite sarebbe stato salvato in Asia». Illustrando la ricerca, l’università di Firenze segnala che «tra il 2000 e il 2019 il caldo ha causato in media 500mila decessi all’anno, rappresentando lo 0,91% della mortalità globale sul pianeta». In pratica, nel mondo il troppo caldo è responsabile di un decesso su centodieci.
I risultati dello studio suggeriscono che «la conservazione e l’espansione delle aree verdi in ambito urbano –afferma lo studioso – rappresentano una possibile strategia per attenuare l’impatto sulla salute umana dell’esposizione al calore».
Il prof. Sera sottolinea che «questo è il primo studio a stimare gli effetti del verde urbano sia per quanto riguarda il raffreddamento che la variazione della relazione tra temperatura e mortalità. Attraverso un modello di simulazione avanzato, abbiamo stimato che incrementare la copertura verde urbana del 30% avrebbe potuto salvare nei due decenni considerati fino a 1,16 milioni di vite in tutto il mondo. Una riduzione della mortalità dovuta al caldo di oltre il 36%». In particolare, si ipotizza che si sarebbero avuti quasi 397mila decessi in meno in Europa (di cui poco meno di 38mila in Italia), 528mila in Asia, 123mila in America Latina e Caraibi, 69mila in Nord America, quasi 36mila in Africa e oltre 2.700 in Oceania».