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Darsena Europa e hub crociere progetti (e tempi lunghi) all’esame

Nella foto: Vanni, Corsini e Nogarin

LIVORNO – C’era davvero sete di conoscere il più possibile dei grandi progetti relativi alla prima fase della piattaforma Europa e del nuovo waterfront cittadino con i terminal traghetti e crociere: così venerdì scorso nella sala Canaviglia della Fortezza Vecchia, per l’occasione gremita. L’appuntamento ha fatto parte del “percorso partecipativo” del dibattito pubblico che la legge impone per le grandi opere. Molta teoria, tante buone intenzioni sulla democrazia dell’informazione ai cittadini, ma per molti che aspettavano di conoscere i progetti concreti per il porto, poco più che aria fritta. Del resto, chi volesse conoscere la normativa sui “percorsi partecipativi” potrebbe documentarsi. E forse maturerebbe anche qualche dubbio sull’effettiva utilità dell’istituto mediato dalla legge della Francia, e come sempre imbottito di burocrazia all’italiana.

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Chiusa parentesi, andiamo alla sostanza. Ha diretto le presentazioni Claudio Vanni, dopo un breve saluto del presidente dell’AdSP Stefano Corsini. Le tematiche sulla Darsena Europa sono state illustrate dal dirigente tecnico Enrico Pribaz: il quale ha ricordato – dopo una breve storia sulla prima gara annullata – che il 9 novembre scadranno i termini per la presentazione delle domande di partecipazione alla nuova gara per la Darsena Europa prima fase: fase che comporta la sola area containers, da ricavare sulle due vasche di colmata, dalle opere foranee di protezione e dal canale d’accesso a 16 metri (poi verrà affondato a 20 metri). “Contestualmente – ha aggiunto Pribaz – l’AdSP sta predisponendo un altro bando di caratterizzazione, geognostica, geofisica dei fondali marini dove sorgeranno le nuove opere, per avere un quadro conoscitivo della situazione ambientale. Siamo nell’ordine di un bando del valore di uno, due milioni di euro”. “Col nuovo codice degli appalti – ha detto ancora Pribaz – abbiamo fatto un passo in avanti, nella speranza di coinvolgere l’iniziativa privata su un progetto di fattibilità che spetterà poi all’amministrazione valutare”. Conclusione: il progetto è cambiato, ma la sua valenza come porto-container rimane prioritaria, mentre viene rimandata (a “babbo morto”, come si dice a Livorno…?) l’altra grandiosa sezione per le Autostrade del mare: nella valutazione (peraltro corretta) che liberata dai containers la Darsena Toscana potrà davvero sopperire ai ro/ro e ai ro/carry in tempi meno lunghi. Qualche domanda, che serpeggiava tra il pubblico, riguardava la diatriba sulla destinazione della radice della sponda est della DT: ma Pribaz saggiamente ha sorvolato, non stava a lui.

Claudio Vanni da parte sua ha presentato i progetti della stazione marittima e di tutto il waterfront relativo. Un’operazione altrettanto grandiosa della piattaforma Europa e forse ancora più complessa, su tempi che si prolungheranno probabilmente per almeno una decina d’anni. “Siamo in fase interlocutoria – ha ammesso Vanni – ma assieme al Comune abbiamo predisposto un piano anche per una migliore integrazione tra città e porto, spazi di fruizione pubblica, la valorizzazione della Fortezza Vecchia, che sarà di nuovo circondata dall’acqua e per l’ accessibilità dell’area dalle grandi direttrici superstradale e ferroviaria”. Un occhio di riguardo sarà dedicato anche a un filo diretto con l’aeroporto Galilei, che oggi è un Ufo per il porto. Tanta carne al fuoco, con il Comune – presenti l’assessore Aurigi e poi il vicesindaco Sorgente e alla fine il sindaco Nogarin – che non faranno sconti dovendo la progettazione dell’intero waterfront coinvolgerli. Intanto nascerà un osservatorio ambientale – oggi impegnarsi sull’Ambiente è di moda e le etichette si sprecano – e sociale sulle opere. E’ già stato attivato – ha assicurato Vanni – un coordinamento tra i comuni di Livorno e Pisa , la Regione Toscana e l’AdSP per immaginare la futura viabilità di cintura dell’area portuale.

Giudizio finale sull’iniziativa? Un siparietto tra e Corsini – che si sono scambiati un ramoscello d’ulivo sulla base di una asserita comune volontà di collaborazione – apre alla speranza che davvero ci sia un cambio di sistema tra le due istituzioni, con i veri interessi della città e del porto come linea guida. Bene poi le informazioni, anche se abbastanza generali. Potevano risparmiarci le lungaggini sul “percorso” ci sembra partecipativo più di facciata che di sostanza. Ci saranno altri incontri: ma l’impressione è che ci vorrà una generazione per veder realizzato tutto quello che è stato esposto. Salvo nuovi cambiamenti di indirizzi, nuove linee tecnico-politiche sulla logistica, nuovi attori. Si è alla ricerca del meglio, d’accordo: a qualche volta sarebbe forse giusto accontentarsi del fattibile in tempi più veloci. Perché il mondo non ci aspetta.

A.F.

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Pubblicato il
25 Ottobre 2017

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