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Crociere, “sistema” toscano?

Roberto Piccini

LIVORNO – “Dobbiamo dire no agli armatori che ci chiedono di servirsi del nostro porto, perché con le 30 toccate in più programmate per il 2011 siamo ormai completi a tappo”.  Non fa certo piacere a Guido Asti, amministratore unico della “Porto 2000” ammettere che al quadro certamente lusinghiero della “sua” azienda avviata a una (lenta e non facile) privatizzazione manca il tassello fondamentale per l’attività, la dotazione di accosti. L’ha detto nella conferenza stampa di presentazione dei bilanci, quando ha parlato anche – come già riferito – di dividendi da 1 milione di euro per i due soci della “Porto 2000”, la Port Authority e la Camera di Commercio. Tanto più che nei prossimi anni le navi da crociera del Mediterraneo saranno tutte in forte crescita dimensionale, oltre i 300 metri di lunghezza: il che significa che potranno attraccare unicamente al molo Italia (per un solo accosto) e alla testata dell’Alto Fondale (ma solo se sarà liberata dai traffici della frutta di Dole e dalla concessione alla Cilp).

Un elemento nuovo però è venuto sul tema dal presidente della Port Authority Roberto Piccini.

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Il quale, riferendosi anche alle notizie da noi riportate di piani regolatori di Carrara e Piombino che prevedono forti incrementi delle crociere, ha detto che “a livello regionale si sta studiando un coordinamento tra i tre porti del sistema toscano perché i tre porti non solo non si facciano una concorrenza suicida, ma collaborino in un programma integrato”. In parole povere, ha fatto capire Piccini, la Regione potrebbe spingere i tre porti di Livorno, Piombino-Portoferraio e Carrara a programmare una strategia comune sulle crociere, indirizzando le navi di maggior ingombro e pescaggio su Livorno, e riservando agli altri due porti quelle di dimensioni e pescaggi più modesti. Il tutto, ha ricordato Piccini, anche per dare un miglior servizio all’intera regione Toscana e alle sue città d’arte, ma anche per offrire un “pacchetto articolato” e organizzato ai grandi brokers internazionali che chiedono programmi già certi nel tempo e non l’estemporaneità cui troppo spesso fino ad oggi è stato necessario ricorrere.

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Pubblicato il
1 Dicembre 2010

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