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L’eccellenza di Interporto Padova

Roberto Tosetto

PADOVA – Interporto Padova Spa ha festeggiato lunedì i 50 anni dalla costituzione della Società (all’epoca Interporto Merci Padova SpA). Oggi è uno dei principali interporti italiani e, dal 2013, “nodo core” della rete europea TEN–T del trasporto merci. Un interporto pubblico – è stato ricordato – nel duplice significato di azienda partecipata da Comune, Provincia e Camera di Commercio di Padova e di azienda a servizio di tutte le imprese della logistica e del trasporto, ferroviarie e stradali operanti sul mercato. Ma soprattutto è un’impresa già pienamente impegnata nella realizzazione della logistica del futuro, grazie all’intermodalità ferrovia-strada, alla digitalizzazione delle procedure, all’automazione delle operazioni logistiche del terminal e all’obiettivo dell’autonomia energetica attraverso un impianto fotovoltaico con batteria di accumulo, che garantirà l’alimentazione del sistema terminalistico a ciclo continuo.

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Collocato nella parte Meridionale della Zona Industriale di Padova, ad Est della città, e collegato agevolmente sia alla rete ferroviaria principale che alle autostrade A4-Venezia Milano e A13-Padova Bologna, si sviluppa su una superficie di 1.100.000 metri quadrati in proprietà, con 300 mila mq di magazzini in proprietà totalmente affittati alle imprese leader della logistica e del trasporto e un’area ferroviaria e terminalistica di circa di 500 mila mq che è il vero cuore delle attività intermodali. È l’unico interporto italiano a essere proprietario e gestore del terminal intermodale, il cui fiore all’occhiello sono le 5 gru elettriche a portale per la movimentazione di container e semirimorchi (una sesta arriverà nel 2024) e i binari di carico scarico a modulo europeo lunghi 750 metri. Da qui ogni anno partono e arrivano circa 8000 treni merci che collegano Padova ai principali porti italiani ed europei e ad alcuni importanti terminal terrestri in centro e nord Europa movimentando poco meno di 400.000 TEU. All’attività di locazione dei magazzini e di gestione del terminal, Interporto affianca numerosi altri servizi molto importanti per il settore della logistica e del trasporto (per es. Cityporto). Si tratta di una società strutturalmente in utile da anni, (nel 2022, il fatturato ha raggiunto i 35,7 milioni con un utile di 2,8 dopo le imposte) nel segno dell’efficienza. 

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Il direttore generale Roberto Tosetto ha illustrato alcune caratteristiche salienti. “Partiamo dall’impianto fotovoltaico con accumulo di energia che stiamo completando in queste settimane e abbiamo presentato in occasione dell’evento per il 50°, al ministro per l’ambiente Gilberto Pichetto Fratin e al presidente della Regione Veneto Luca Zaia: un impianto della potenza di 1 MW da energia solare dedicato al terminal, che prevede un sistema di accumulo di energia, una sorta di gigantesca powerbank, come quelle per i nostri device elettronici per capirci, che ci permette di utilizzare l’energia pulita e autoprodotta per alimentare le gru a portale e le altre strutture del terminal. L’obiettivo è l’autonomia energetica anche alla luce delle possibili perturbazioni nel costo dell’energia che abbiamo visto di recente, e lo sfruttamento intelligente delle superfici altrimenti improduttive dell’area come i tetti, le rotatorie e tutti quegli spazi interclusi di difficile utilizzo. Un modello proponibile  anche a tante aziende nelle zone industriali”. Produrre energia senza consumo di nuovo territorio rende questi interventi ancora più sostenibili ed efficaci.

Ma questo non è che l’ultimo di una serie di progetti mirati a rendere sempre più efficiente e sostenibile l’attività di Interporto Padova. “Negli ultimi 15 anni abbiamo investito complessivamente circa 100 milioni di euro in infrastrutture avanzate e innovazione gestionale e tecnologica, una scelta che ci fa essere oggi l’interporto più avanzato d’Italia – ha detto ancora Tosetto. L’adozione delle gru elettriche a portale, installate a partire dal maggio 2017, dopo aver portato i binari del nostro Terminal Intermodale a 750 metri di lunghezza, è stato il primo elemento strategico che ci ha permesso di aumentare l’efficienza. Poi abbiamo puntato decisamente su digitalizzazione e automazione. Abbiamo già automatizzato i gate di ingresso e uscita dei camion dal terminal riducendo drasticamente i tempi necessari per caricare o scaricare un container, che adesso sono mediamente di 30 minuti e spesso anche meno.  I gate ferroviari leggono automaticamente i dati di ogni carro e di ogni container, un’operazione che prima si faceva a mano. Intanto stiamo lavorando per realizzare entro il 2024 anche l’automazione delle operazioni di carico e scarico delle gru elettriche a portale (che saranno senza uomo a bordo). La sequenza delle operazioni e le manovre di movimentazione, alla fine del complesso progetto che avanza per stadi successivi, saranno completamente gestite da un apposito software e l’operatore avrà solo il compito di controllare che non ci siano anomalie”. In sostanza una visione innovativa di un modello gestionale virtuoso.

È secondo noi il modo migliore di pensare alla logistica del futuro e di massimizzare la resa degli investimenti nelle strutture interportuali. Anche per questo chiediamo al Ministero che sia realizzato un sistema di misurazione “oggettivo” e certificato, delle performance degli interporti, uno strumento che possa anche aiutare i policy maker italiani ed europei nella giusta allocazioni delle risorse pubbliche”. 

Pubblicato il
8 Luglio 2023

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