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Seago Line cresce ancora settanta navi nel network

Buone prospettive per il nuovo servizio con Turkon Line e per i collegamenti allargati al Mar Nero – L’impegno per spostare le merci dalla gomma alla ferrovia


Paolo Cornetto

GENOVA – Il lancio di un nuovo servizio Seago Line verso la Turchia ci ha fornito l’occasione di parlare anche dell’attività e dei progetti della compagnia con l’amministratore delegato Paolo Cornetto.

Dallo scorso gennaio la Seago Line è una realtà autonoma rispetto alla Maersk: quali sono state e saranno le Vostre iniziative in termini di servizi?


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La nascita di Seago Line è stata un’operazione importante: circa 400 persone, oltre 70 navi. Con questi numeri abbiamo dato vita ad una realtà separata da Maersk Line, che gestisce indipendentemente il suo trade di riferimento e che ha l’obiettivo di crescere, in modo sostenibile, portando, laddove è necessario, nuovi prodotti e nuove coperture di servizio. Tutto questo dobbiamo farlo con estrema cautela non sapendo quali saranno gli sviluppi di questo mercato nel  2012, quali dei nostri progetti  potremo realizzare e quali posticiperemo per l’anno venturo. Sicuramente il servizio per la Turchia, in joint venture con la Turkon Line, era un punto di partenza per noi data l’attuale l’importanza economica di questo paese.

Dopo l’altro nostro recente servizio “Mediterranan Sea” partito a fine gennaio scorso (che collega Salerno a Valencia, Port Tangier, Algeciras, Alexandria, Mersin, Haifa, Ashdod) oggi con “Marmara Sea” offriamo un servizio diretto per la Turchia che collega i porti del Mediterraneo Nord Occidentale di Genova, Barcellona, Fos Sur Mer con gli scali turchi di Izmit Korfezi (Gezbe), Gemlik, Ambarli (Istanbul), Izmir. Tramite lo scalo di Ambarli (Istanbul) consente il collegamento con il feeder network del Mar Nero e, con un solo affidabile trasbordo, può servire i porti di Poti, Novorossiysk, Odessa, Ilychevsk, Constanza, Burgas. Il servizio ha cadenza settimanale (ogni giovedì a Genova) ed un transit time molto rapido (4-5 giorni). E’ molto valido sia per l’export che per l’import e viene operato con due navi da 1.100 Teus. Il terminal cui ci appoggiamo è il San Giorgio di Genova, struttura efficiente e flessibile, già utilizzato da vari servizi short-sea e dalla stessa Turkon Line con un precedente servizio che non aveva però questa cadenza regolare. La prossima partenza è quella del 16 febbraio con la nostra m/n Wybelsum mentre il 23 p.v. sarà con la m/n Fuerth (Turkon Line).

Stiamo ora valutando altre iniziative.

Quali sono le direttrici in cui operate attualmente?


Italia, Mar Nero e Nord Europa, da Port Said fino a San Pietroburgo con trasporti da e per all’interno di quest’area sono, all’interno del gruppo A.P. Moller, gestiti interamente da noi.

Sui traffici verso il Nord Europa temete la concorrenza della rete ferroviaria o stradale?


Ci auguriamo di poter essere gli artefici, insieme alla ferrovia, di un ulteriore spostamento dei traffici dalla strada; crediamo infatti che il traffico che si muove in strada a livello europeo sia talmente importante che ci sia spazio per convivere sia per collegamenti ferroviari che per quelli marittimi.  I due tipi di collegamento combinati sono inoltre sicuramente meno impattanti a livello ambientale. Vediamo pertanto la ferrovia non come una minaccia ma come un ulteriore fattore di completamento  che tra l’altro stiamo già utilizzando sia per trasporti nazionali che internazionali: possiamo collegare punti interni con i porti del nord e vicerversa combinando appunto i servizi marittimi con quelli ferroviari.

Quali sono i porti maggiormente scalati da Seago Line in Italia? E’ previsto un ampliamento del numero dei Vostri scali italiani?

Nel Tirreno sicuramente Genova e Napoli sono due porti importanti; scaliamo con nostri servizi anche Livorno e Salerno. In Adriatico, sono per noi importanti Ravenna, Trieste, Ancona e Venezia. Un ampliamento non si può escludere anche se è più facile ipotizzare un potenziamento dei servizi sui porti attuali piuttosto che un allargamento del numero di porti.

Ma tutto dipenderà dalle opportunità che ci darà il mercato.

Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
11 Febbraio 2012

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