Corte dell’UE: legittimi i contributi ai servizi Tirrenia
BRUXELLES – Ci sono voluti anni di dura battaglia legale, ma alla fine Tirrenia l’ha spuntata: il tribunale dell’Unione Europea ha annullato con apposita sentenza la decisione della Commissione Europea che a più riprese aveva giudicato illegittimi i contributi di Stato alle compagnie regionali italiane di navigazione, già appartenenti alla holding Tirrenia.
Il che dimostra ancora una volta che l’Unione Europea ha clonato tutti i peggiori difetti della burocrazia dei suoi paesi: insomma, ci sono voluti anni per veder riconosciuto un diritto a integrare da parte dello Stato i costi del servizio alle isole minori che ovviamente non possono essere totalmente addossati alle compagnie pubbliche.
La sentenza ha tra l’altro come effetto collaterale quello di spianare la strada alle ormai prossime gare di privatizzazione delle regionali Toremar, Caremar, Siremar e Saremar – che contano di rendere appetibile l’offerta ai privati armatori anche grazie al contributo di Stato per un’altra dozzina d’anni, integrato da ulteriori contributi delle stesse Regioni di competenza.
Il ribaltamento della condanna a suo tempo inflitta dalla Commissione Europea allo stato italiano su Tirrenia e le regionali è stato motivato al tribunale della Ue – accogliendo il ricorso del governo di Roma – per due ordini di motivi. Il primo è che la Commissione non aveva motivato a sufficienza perché aveva considerato aiuti di Stato nuovi i contributi che erano invece in essere da anni, peraltro elargiti per un servizio sociale di collegamento con le isole sulla base di un principio di “continuità territoriale” riconosciuto anche dall’Europa. Il secondo motivo è che gli aiuti in questione hanno fatto parte e fanno parte di appositi provvedimenti approvati dal consiglio d’Europa il 7 dicembre del 1992 e mai abrogati. In conclusione il tribunale europeo ha imposto con la sentenza suddetta alla Commissione Europea di uniformare le proprie decisioni alla sentenza stessa, annullando la messa in mora dello Stato italiano.
Adesso c’è un mese per eventuali osservazioni da parte delle compagnie di navigazione interessate, ma si dà per scontato che la sentenza del tribunale sia ormai definitiva. Da Tirrenia solo un lapidario commento: avevamo la certezza di essere nel giusto, adesso si va avanti. Sottinteso: pur con altri problemi, ai quali il gruppo di Franco Pecorini sta cercando di far fronte.
A.F.