LIVORNO – Difficile capire per chi opera in campo economico e imprenditoriale – è noto e bisogna ribadirlo – i tempi della politica e dei suoi rituali. Se il just in time è diventato il modello nelle imprese, assistere di contro ai “balletti” della politica che hanno seguito le elezioni locali e nazionali fa davvero male. E ovviamente non depone molto a favore della attuale classe.
Se poi dal generale ci caliamo nel particolare, i motivi di perplessità – posso usare questo eufemismo? – crescono di molto. Per esempio, è stata annunciata dopo lunghi mal di pancia la nuova giunta regionale della Toscana, che ha escluso – come peraltro era ormai da tempo preannunciato – uno degli assessori più impegnati nel comparto della logistica e dei trasporti regionali, Riccardo Conti. Mi direte: beh, la democrazia impone un ciclico ricambio. Rispondo: giusto, ma il ricambio dev’essere giusto e specialmente motivato da professionalità certe. Siamo sicuri che sia questo il caso? Il nuovo assessore, bisogna dirlo, ha un nome che sembra uno sberleffo: Ceccobao. Comunque si presenta come un esperto di ferrovie, laureato in materia e per di più giovane. Benvenuto, ma…
Non sto spezzando una lancia a favore di Conti, sia chiaro: ha avuto il suo tempo, ha fatto (o disfatto), si è speso per cose buone e in qualche caso ha supportato anche linee tecnico-economiche non condivisibili da tutti. Ora ha finito, ai posteri l’ardua sentenza, arrivederci e grazie. Va così la faccenda? Pare proprio di no. Perché uno dei tormentoni in auge proprio in questi giorni a Firenze è: il Conti, dove lo mettiamo?
In molti sanno che un ballon d’essai tentato qualche tempo fa era di candidarlo alla presidenza della Port Authority di Livorno, che scade entro la fine dell’estate. Proposta con qualche logica: è stato per due mandati il titolare della politica dei porti e trasporti della Toscana, si è dato molto da fare specie per le ferrovie e l’autostrada tirrenica. Non basta? Gli attribuiscono un ottimo rapporto con il ministro Matteoli che è colui il quale – insieme al presidente della Regione – dovrà far la nomina. Ma Conti ha sempre smentito, anche con fastidio, di essere interessato alla Port Authority e di voler far le scarpe al compagno di partito Roberto Piccini, di cui ha sempre lodato l’operare. Però in politica, lo sanno anche le pietre, mai dire mai: specie dove corrono prebende più che laute.
I più ragionevoli tra gli osservatori sostengono che i segnali sul futuro (pubblico) di Riccardo Conti diventeranno chiari a breve. Fatta la giunta regionale, distribuiti gli incarichi, si passerà a ricollocare gli esclusi. E se Conti rimarrà in parcheggio, cioè senza un immediato, autorevole (e ben retribuito) incarico, magari nel comparto della logistica, Roberto Piccini potrebbe anche cominciare a preoccuparsi. Se già non si preoccupa per altre cose e per le altre voci (comprese quelle francamente fantascientifiche sulle velleità di sedicenti esperti che da qualche tempo si agitano parecchio) su un suo possibile ricambio.
Antonio Fulvi