LONDRA – Secondo l’ultimo rapporto di “Alphaliner”, la newsletter settimanale sullo shipping, le perdite operative registrate nel 2009 da 18 dei 23 principali operatori di linea ammontano a 12,9 bilioni di dollari Usa in quello che si è confermato il più devastante periodo della intera storia dell’industria di linea.
A loro volta i vettori di linea del comparto containers hanno registrato perdite operative di circa 15 bilioni di dollari. Tra i principali operatori si stima che abbiano perduto circa 1.500 dollari per ciascun Teu di capacità-nave sulle unità operate nel 2009 (incluso il tonnellaggio non occupato) causa anche i pesanti tagli delle rate di nolo.
Le perdite operative più pesanti riguardano APM Maersk per un totale stimato in 1,88 bilioni di dollari. Segue Cosco (1,14). “Alphaliners” sostiene che commisurate alla capacità le performances di Cosco sono state nettamente peggiori di quelle di Maersk, avendo quest’ultima compagnia perduto 2.400 dollari per ogni Teu contro i 921 dollari per Teu di Maersk. La maggiore prestazione in assoluto registrata tra le compagnie in esame viene attribuita a MISC Berhad con 3.600 dollari per ogni Teu e con la più alta percentuale di spazi non occupati a bordo. Nei grafici riportati a fianco del commento, “Alphaliners” mette in ordine di pesantezza – per i primi dieci – delle perdite in dollari Maersk, Cosco, Cma-Cgm, Hapag-Lloyd, CSCL, K-Line, APL, NYK, Zim e Mol. A commento dei dati si evidenzia che alcune compagnie non figurano perché non hanno reso pubblicamente disponibili i loro risultati finanziari del 2009: tra queste Msc, Uasc, Hamburg Sud e per altri versi Evergreen. In sostanza, nessuno può festeggiare, anche se per alcune compagnie è andata meno peggio che per altre. Può consolarle?
A.F.