GOLFO ARANCI – Vent’anni di servizio e dieci milioni di passeggeri certificati: sta in queste due cifre, tutt’altro che minimaliste, il risultato di una scelta strategica della “Sardinia Ferries” del gruppo Lota di puntare sull’allora semisconosciuto e marginale approdo di Golfo Aranci, nel golfo sardo di Olbia. Lo ricorda Euan Lonmon, amministratore delegato per l’Italia delle navi gialle di Lota. Per chi si rammenta di com’era Golfo Aranci all’inizio dell’avventura di “Sardinia Ferries”, non ci può che essere stupore sui cambiamenti, sia della struttura che del network quasi unicamente trasformati proprio a cura della compagnia di Lota. Partendo da quello che era un modesto scalo delle navi traghetto delle Fs.
In una sua dichiarazione dei giorni scorsi, in occasione del secondo decennale dell’approdo a Golfo Aranci, Lonmon ha ricordato le tappe della crescita esponenziale dei servizi portati da Sardinia Ferries a Golfo Aranci. “Abbiamo contribuito allo sviluppo turistico di quest’area – ha detto Lonmon – con una serie continua di collegamenti anche in bassa stagione, senza allentare la proposta nemmeno nei momenti più difficili. Una conferma: nel primo quadrimestre di quest’anno abbiamo avuto un aumento del 18% del traffico passeggeri su Golfo Aranci con esattamente 98.600 unità trasportate contro poco più di 83.000 dello stesso periodo del 2009”.
Per raggiungere questi risultati, la compagnia delle navi gialle ha investito pesantemente sul porto, che all’inizio era un terminal quasi sperduto nel deserto, con una sola strada-viottolo di collegamento e fondali del tutto a rischio. Nel 1997, dopo aver attestato a Golfo Aranci non solo la linea-pioniera da Livorno ma anche il collegamento da Civitavecchia, la compagnia è intervenuta con sostanziali lavori alle banchine, dapprima adeguandole alle esigenze delle navi veloci, poi successivamente a quelle delle navi più grandi, tipo “Mega Express” procedendo anche ai dragaggi e alle correzioni del fondale nel canale di accesso. Oggi Golfo Aranci è agibile ad ogni tipo di moderno traghetto e grazie all’accordo con la Port Authority di Olbia gli interventi strutturali sono stati tali da farne una stazione marittima tra le più efficienti. Come a dire: quando il privato ha iniziativa e capacità, aspettare gli (improbabili) interventi totalmente a carico dello Stato è illusorio e anche controproducente….
A.F.