Livorno, Assimprese fa le bucce al “Piano”

La condivisione ufficiale del POT si ferma di fronte ad alcune scelte strategiche come il ritorno pubblico di alcune banchine – Piccini di fronte al bivio per la riconferma

LIVORNO – Si fa presto a dire POT, ovvero Piano Operativo Triennale. Nell’assemblea di Assimprese guidata dal presidente Federico Barbera con una relazione scritta che già di per se rappresenta una novità, il Piano Operativo Triennale che Roberto Piccini vuol portare entro la fine della prossima settimana in comitato, è stato smontato, vivisezionato, radiografato. Ne è uscito con qualche livido, anche se – è stato scritto – sostanzialmente l’impianto ha retto.

Barbera si è impegnato a presentare un documento riassuntivo delle osservazioni, che una volta passato dal consiglio di Assimprese (probabilmente martedì 29) sarà inviato alla Port Authority. Decideranno sul documento finale Barbera, Conti, Lucarelli, Martini e Raugei. Inutile dire che il compito di Barbera è di camminare sul filo del rasoio: perché snaturare il Pot non è nelle sue intenzioni, ma le pressioni dei “pollai” sono tante.

Un’annotazione: nel dibattito in Assimprese ha avuto poco spazio – quasi niente – il timore espresso di recente dai piloti del porto e dalle stesse compagnie di navigazione primarie sull’interramento in corso della Darsena Toscana (fondali ridotti in certi accosti) e sulle problematiche di uscita dalla bocca sud del porto (nella foto in 1ª pagina), la cui larghezza e i cui fondali sono sempre meno adatti alle grandi navi. Dimenticanza o solo non voler aggiungere altri problemi a quelli che Piccini è chiamato a risolvere?

Intanto è stata approvata in assemblea la proposta Barbera di chiedere all’Authority “alcuni chiarimenti” sulle linee del Pot. L’elemento di “disturbo” maggiore è costituito dall’impresa di Lucarelli, che è stata accusata, nemmeno troppo velatamente, di andare in giro a raccattare contratti, senza però avere le banchine e gli spazi necessari, salvo poi presentarsi al porto pretendendoli. Versione contestata dallo stesso Cristiano Lucarelli e dal fratello. Nei dettagli si veda la relazione di Federico Barbera di cui riportiamo su questo stesso numero i principali stralci.

Si tratta adesso di capire quanto le osservazioni – tutt’altro che marginali malgrado Assimprese cerchi di non apparire polemica nei confronti del POT – potranno influire sul documento. Roberto Piccini è un pragmatico e difficilmente vorrà imporsi Manu Militari su una bozza che non abbia una buona accoglienza nel mondo del porto. Non bisogna dimenticare un fattore condizionante prioritario: tra pochi mesi scade il suo primo mandato ed ovviamente l’attuale presidente punta ad essere riconfermato. Una riconferma che in un clima di guerra con gli imprenditori portuali e con le varie “caste” potrebbe dimostrarsi meno scontata. Lo si è visto anche dalle pressioni che cominciano a “piovere” sulle quattro istituzioni locali che – non essendo cambiata la legge 84/94 – dovranno indicare le terne: i Comuni di Livorno e Capraia, la Provincia e la Camera di Commercio. E Piccini giustamente non si fida fino in fondo delle dichiarazioni circolate ad oggi secondo cui almeno il Comune di Livorno e la Provincia sarebbero pronti a chiedere la riconferma. Intanto mercoledì è andato a Capraia, formalmente per problemi di lavori al porto, ma si dice anche per sondare cosa farà il piccolo Comune locale.

Il grimaldello di una eventuale trappola potrebbe scattare con l‘indicazione di vere terne invece di un nome secco. Se il ministero chiarisse definitivamente che vanno espressi almeno tre nomi (interpretazione della norma che vuole lasciare al ministro una facoltà di scelta che un nome solo non darebbe) sarebbe più facile un eventuale “sgambetto” al riconfermando Piccini. E c’è chi sussurra, come molti sanno, che tra i candidati alternativi starebbe scaldando i motori anche lo stesso senatore del Pd Marco Filippi, forte della sua attività nella commissione trasporti allo stesso Senato. Una candidatura, quella di Filippi, che se davvero venisse formalizzata potrebbe rappresentare un notevole ostacolo per la riconferma di Piccini, avendo ovviamente il pieno e totale avallo del Pd (per quello che conta con il governo nazionale: ma mai dire mai negli infiniti giochi della politica)…

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