Livorno, OK al Pot
Astenuti due esponenti delle categorie imprenditoriali portuali – Una serie di circolari per regolamentare il principio delle “regole condivise”

Roberto Piccini
LIVORNO – Il piano operativo triennale (Pot) 2010-2012 è stato approvato a larga maggioranza dal comitato portuale. Due però gli astenuti: il presidente dell’Asamar Silvio Fremura e il terminalista Giorgio Neri a nome di Confindustria Livorno. Nessuno dei due ha motivato la propria scelta, limitandosi alla manifestazione del voto.
Ovviamente il presidente dell’Authority Roberto Piccini ha considerato – e l’ha detto – l’approvazione del Pot come un ok alla sua gestione e all’operato del suo mandato. Non dimenticandosi di richiamare “l’ampio e approfondito dibattito” che si è svolto sul Pot (e specialmente, in modo ufficiale e ufficioso sul suo mandato) in tutte le possibili sedi istituzionali.
In comitato portuale la discussione sul Pot ha anche affrontato i risultati dell’analisi sui piani di impresa di tutti i titolari di concessioni di aree e banchine in porto. I rilievi critici sono andati – ma senza particolari asprezze – alla Cilp per quanto riguarda in particolare l’occupazione (ma il presidente Raugei ha ammesso che si stanno recuperando posti interni dopo aver a lungo esternalizzato), alla Sintermar per la strutturazione del personale e i relativi possibili problemi sulla sicurezza e anche all’impresa di Giorgio Neri (non per la parte della Scotto) per gli stessi motivi.
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Osservazioni minori per altre imprese, con Piccini che ha ribadito la necessità di norme che assicurino per tutti, senza eccezioni, “regole certe” e condivise. Che saranno esplicitate con una o più circolari anche per sancire il ritorno alla gestione pubblica di alcune aree e banchine oggi decisamente sotto-utilizzate dai concessionari. Si è parlato in particolare dell’Alto Fondale dove la ormai avviata delocalizzazione dei traffici Dole alla “Livorno reefer” trasformerà i due accosti riservati in un mini-terminal utilizzato prevalentemente dalle crociere. Anche la sponda Est della Darsena Toscana avrebbe un destino di terminal multipurpose con una parte sempre maggiore di gestione pubblica. Rimane da capire quando il tutto avverrà in termini temporali, ma essendo la questione tempo sfumata, tutti se ne sono rimasti buoni e tranquilli. Stesso discorso per l’accosto 14/a in Darsena Toscana. Secondo Piccini comunque “non intendiamo tornare al porto pubblico”, ma soltanto “vogliamo razionalizzare spazi e banchine in modo da garantire anche coloro che portano lavoro ma non hanno concessioni”.
Il Pot adesso va a Roma per l’approvazione definitiva del ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Poi le prime scelte operative dalle già annunciate circolari.
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