Visita il sito web
Tempo per la lettura: 3 minuti

Perché no chiediamolo al polpo…

LIVORNO – Prima di tutto lasciatemelo dire: povero polpo. Anzi, poveri polpi. O meglio: poveri polpi elbani. Perché per quanto giocherelloni, intelligentissimi e con un sistema nervoso sviluppato quasi come quello umano, all’Elba i polpi sono apprezzati più che altro lessi, con o senza patate. Fino a pochi anni fa chi arrivava a Portoferraio in barca trovava in darsena anche i venditori ambulanti di “granfiette”, cioè di tentacoli di polpo cotti all’elbana. Altri tempi? Va bene, allora date un’occhiata su Google: ci sono più ricette di polpo che di spigola.

Adesso poi, scoperto dai soliti tedeschi che i polpi elbani possono avere doti divinatorie, come l’oracolo di Delfi o la Sibilla cumana, per loro davvero butta male. Perché finire mangiati è nelle cose della natura (dagli elbani, dai turisti più spesso da qualche murena) ma essere schiavizzati in un acquario – per di più tedesco – per vaticinare sulle partite di calcio, o magari sulla Borsa o peggio ancora sulla politica, è davvero una tragedia polpesca.

[hidepost]

Del resto, l’uomo ha sempre avuto un rapporto poco felice con il polpo. Già da come l’ha battezzato: octopus vulgaris. Un mio amico polpo della Capraia – gli faccio visita ogni estate e lui mi fa l’occhiolino dalla tana dietro gli scoglietti delle Formiche – proprio quel vulgaris non lo tollera. Volgari sarete voi – mi dice in linguaggio polpesco, che s’impara solo con lunghe frequentazioni – così stupidi da credere le peggiori fole; compresa quella che possiamo leggere il futuro. Se così fosse – aggiunge ogni volta – tutte le murene sarebbero morte di fame da tempo, e noi polpi saremmo i padroni dell’universo. In quanto al calcio, beh anche Marcello Lippi viene spesso a Capraia e all’Elba, è un buon amico: credi che gli avremmo fatto fare quella figuraccia?

A conoscerli davvero, i polpi, non si può trattarli con sufficienza. Molluschi cefalopodi estremamente evoluti, popolano il Mediterraneo e l’Atlantico e sono noti dall’antichità. I greci li mettevano tra le divinità del mare, i romani – gente rozza ed eminentemente terrestre – li combattevano e li temevano. Nelle Storie di Tito Livio si racconta che certi polpi furbissimi e grandi “come una botte” saccheggiavano regolarmente le peschiere, i depositi di sardine sotto sale e nottetempo persino i vigneti. Victor Hugo ne “I lavoratori del mare” inventa la fola del duello mortale con una piovra, cioè un polpo un po’ troppo cresciuto.

In realtà il polpo può arrivare a 10 kg e a un metro di lunghezza, ma è timidissimo, evita l’uomo e se attaccato da un predatore si auto-amputa uno degli otto tentacoli e scappa via a reazione in una nuvola d’inchiostro. Sissignori, va a reazione, sparando l’acqua da un sifone: il che significa che quel tipo di motore l’ha perfezionato lui millenni prima dei tedeschi della Messerschmitt con il rivoluzionario (per il 1943) Me 262. Che sia intelligente del resto basta guardarlo negli occhi, con la loro pupilla come quella umana. Oppure osservarlo quando si mimetizza nella tana, coprendone l’ingresso con sassolini e alghe come se costruisse una porta. Tutto: ma per favore, non pretendiamo che s’intenda di calcio. Il mondo polpesco ha ben altre ambizioni: la prima delle quali non finire in pentola, o peggio in un acquario tedesco, così lontano dalle libere e limpide acque di casa. Con il rischio che adesso, finiti i camminati di calcio, non lo chiamino a vaticinare su altre contese che ai tedeschi interessano assai. Chessò, chi la spunterà nel ciclopico scontro per la Darsena Toscana tra Cilp di Livorno ed Eurogate di Amburgo…

Antonio Fulvi

[/hidepost]

Pubblicato il
24 Luglio 2010
Ultima modifica
24 Settembre 2010 - ora: 09:52

Potrebbe interessarti

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora