Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Patatrac, “Castalia” denuncia: le coste tornano a rischio

I termini della gara sono “velleitari e inaccettabili”: così le società interessate rinunciano e non si presenteranno – Da ottobre i mari italiani potrebbero essere senza più protezione

ROMA – L’allarme non è nuovo, perché la storia della difesa costiera dagli inquinamenti ne è costellata. Ma questa volta siamo al “Redde Rationem”: il ministero dell’Ambiente ha presentato i dettagli del bando di gara per l’assegnazione del servizio, bando che da anni trovava solo il raggruppamento temporaneo d’imprese Castalia come concorrente con gli strumenti adatti: e Castalia questa volta non ci sta. “Il ministero richiede un forte aumento dei mezzi dedicati – dice l’amministratore delegato di Castalia Luca Vitello – e impone per di più che siano tutti di età inferiore ai dieci anni; in cambio propone un finanziamento del servizio del tutto insufficiente”.

[hidepost]

Morale: Castalia non parteciperà alla gara e sembra che nemmeno le altre quattro o cinque società che potrebbero essere interessate. Il rischio concreto è che dal 9 ottobre, quando cesserà l’attuale gestione del servizio, le coste rimangano praticamente senza alcuna protezione.

Il ministero dell’Ambiente da parte sua sembra deciso a mantenere la posizione. “Le risorse non ci sono – ha dichiarato a Repubblica il vicedirettore della protezione della natura Oliviero Montanaro – e del resto l’evoluzione tecnologica impone di avere mezzi moderni contro gli inquinamenti”. Replicano da Castalia: “Forse non ci si rende conto che alcuni dei supply vassels impiegati dai membri del raggruppamento – hanno a bordo i sistemi più moderni del mondo anche se i mezzi stessi, come scafo e strutture, operano da anni”. Ed operano bene, se è vero che gli interventi di Castalia sono stati determinanti anche fuori dalle acque italiane: in particolare quando furono chiamati in Libano nel 2006, per contrastare l’inquinamento marino dovuto a un intervento dell’aviazione israeliana su una raffineria costiera, e in Galizia pochi anni prima. Di Castalia è diventato socio importante anche il gruppo Neri di Livorno, che mette a disposizione da anni il suo supply “Tito Neri”, uno dei mezzi di prevenzione antinquinamento più grandi e sofisticati del Mediterraneo: e proprio al gruppo Neri si è rivolta di recente anche la società Olt del rigassificatore offshore davanti alla Toscana per la prevenzione e la vigilanza marittima, riconoscendone la specializzazione e le capacità operative.

Secondo il ministero dell’Ambiente, se la gara andrà deserta e Castalia ritirerà i suoi mezzi interverranno le Capitanerie di porto. Che tuttavia non hanno naviglio specializzato e dovranno costruirlo o acquistarlo: e specialmente non hanno personale preparato a questo tipo di lavoro per tutta l’estensione delle coste italiane. Per cui la minaccia di lasciare i mari italiani senza difesa da ottobre è tutt’altro che teorica.

[/hidepost]

Pubblicato il
18 Agosto 2010
Ultima modifica
24 Settembre 2010 - ora: 09:32

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio