Impegnate le Capitanerie con motovedette e satelliti – Il problema dei rifiuti attribuito in particolare ai traghetti estivi – La conferma dalle analisi sulla balena morta a Tirrenia
ROMA – Le Capitanerie di porto alla ricerca dell’isola che non c’è. O meglio: che non dovrebbe esserci. Cioè di quell’isola di plastica e di altri fattori altamente inquinanti – morchie concentrate, rifiuti delle navi, specie dei traghetti – che secondo un recente allarme di Legambiente si concentrerebbe tra l’Elba e la Corsica, in un vero e proprio “vortice” dagli effetti dirompenti per l’ambiente e specialmente per i grandi mammiferi marini.
Che ci sia o no, l’isola di rifiuti è già al centro dell’attenzione. Il presidente dell’Ente parco dell’Arcipelago Toscano Mario Tozzi è partito in quarta. Frena invece il responsabile del settore mare dell’Arpat toscana Fabrizio Serena, che aspetta dati più significativi. Anche gli specialisti della frequentazione quotidiana del mare, i pescatori professionisti, sono divisi: le reti raccolgono quintali di spazzatura dal fondo del mare, ma pochi concordano sull’isola “delle plastiche”. E semmai accusano i traghetti, che specie d’estate a buio nei tratti lontani dalla costa (tra l’Elba e Capraia) scaricherebbero in mare parte dei loro rifiuti per risparmiare sulle spese di conferimento nei porti.
Per leggere l'articolo effettua il Login o procedi alla Register gratuita.