Milleproroghe, i “tagli” sui porti (ma i soldi torneranno davvero?)

Il timore dei terminalisti è che si possano perdere nel calderone della finanza pubblica – Confermata la deroga per i progetti che riguardano i siti Sin – Il dubbio sui progetti già pagati che non potranno andare avanti

Ferrero Cafaro

ROMA – “Milleproroghe” e ovviamente duemila problemi.  La recentissima conversione in legge del decreto omonimo, pubblicata sull’ultimo supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale, è sotto la lente d’ingrandimento di porti, associazioni di terminalisti e Autorità Portuali varie.

Tra le prime reazioni quella dell’ANTEP (Associazione Nazionale Terminalisti Portuali) il cui presidente Ferrero Cafaro sta predisponendo una circolare per gli associati. Ce ne anticipa alcuni dei punti salienti.

Presidente, prima un giudizio generale.

”Ritengo che sia condivisibile il principio di togliere i finanziamenti a quei porti che in cinque anni non sono stati capaci di utilizzarli. Ma ho una forte preoccupazione: lo Stato ha fatto prestissimo, già da ieri (15 marzo) è scattata la revoca dei fondi. Meno chiaro è quando e come questi soldi saranno concentrati sui progetti portali da privilegiare, come la legge stessa dice. A pensar male, c’è da temere che una volta reincamerati dallo Stato, questi soldi finiscano in qualche non più identificabile calderone…”

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