All’LTM la trattativa è in stallo
LIVORNO – Per qualcuno è una derivata, cioè un problema che nasce da un altro problema. E comunque sia, la vicenda dell’LTM (Livorno Terminal Mediterraneo) è tra quelle che si trascinano ormai da quasi un anno in un braccio di ferro tra soci che assomiglia in piccolo alla saga del Terminal Darsena Toscana.
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Ovvero: La Cilp vuol liquidare il socio privato Agemar che a sua volta contrattacca e propone di liquidare la Cilp. Al TDT la Cilp è riuscita a defenestrare Contship Italia con l’aiuto dei genovesi di Gip, subentrati a (quasi) pari condizioni. Al terminal ro/ro dell’LTM la Cilp tenta la stessa operazione, dicono a braccetto di un altro gruppo genovese (Spinelli?), oppure di un recente alleato labronico (Cagliata?) ma ad oggi si è trovata la strada sbarrata. Il presidente di Agemar Selmi non parla, ma si dice che lo stallo ormai sia legato solo all’ammontare del valore del terminal: Chi vuol comprare, in sostanza, deve sborsare ben oltre i 5/6 milioni di euro che sarebbe stata la valutazione di partenza. E su questa cifra si è “piantata” la trattativa, se mai è iniziata. Nel frattempo il terminal continua a chiudere i suoi bilanci in attivo malgrado la devastante perdita delle navi di Grimaldi, ha recentemente iniziato a riassorbire gente, ma chi lo dirige non fa mistero della necessità di un cambio di filosofia (o di cultura) del lavoro per avere un futuro. “Il vecchio concetto che un posto di lavoro è sostanzialmente un posto, e poi eventualmente si lavora pretendendo altre prebende – dice un analista interno all’LTM – deve necessariamente cambiare e non solo per noi, ma per l’intera Compagnia. Altrimenti quando saranno finiti gli ammortizzatori sociali e l’Inps chiuderà la borsa, arriverà davvero la burrasca”.
Ora come ora l’LTM è fermo nelle trattativa tra soci. La perizia sul valore è stata di fatto annullata, il bilancio non è stato ancora approvato, la tensione interna c’è ma non impedisce di lavorare. La Cilp a sua volta ha allentato temporaneamente la presa, in attesa di risolvere i suoi problemi più gravi, che hanno visto una raffica di assemblee e quindi il confronto finale con la base per la cura “lacrime & sangue”. Ma nessuno s’illude che la buriana sia passata. Semmai è la calma dell’occhio del ciclone: che presto riprenderà a soffiare. E sul quale molto potrà anche l’atteggiamento dell’Authority, con i suoi progetti di “razionalizzazione” dei traffici ro/ro e relative concessioni. Non sarà, dicono gli osservatori, un autunno facile per nessuno.
A.F.
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