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Banchine e crociere: eppure il bacinone…

LIVORNO – Partiamo da un dato di fatto che nessuno può ignorare: le navi da crociera fanno la fila per scalare il porto labronico, già nelle stagioni passate la Porto 2000 è stata costretta a “comprare” accosti dalle navi commerciali che hanno meno problemi di controstallie, e sotto questo Ferragosto il problema è esploso, con l’imposizione dell’accosto prioritario alle crociere. Dicevamo: un dato di fatto. Che presumibilmente configura una stagione 2012 ancora più problematica, perché nel frattempo si stanno attrezzando porti come La Spezia, Marina di Carrara e la stessa Portoferraio.

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Ciò malgrado, esiste nel porto un comparto che sembra ad oggi ritagliato proprio per risolvere immediatamente (o quasi) tutti i problemi delle crociere, ma che nessuno ha il coraggio di affrontare. Ne abbiamo già scritto: il superbacino di carenaggio, da anni inutilizzato e ormai fatiscente, oggetto di un’infinita querelle tra riparatori navali e cantiere Benetti. Tolta la barca-porta, allagato il bacino, sistemati con poche opere i due lati del bacino stesso, si ricaverebbero almeno 4 accosti per navi da crociera da 300 e più metri, liberando dalle attuali schiavitù sia la banchina ad Alto Fondale sia il molo Italia (e l’aborrita – dalle crociere – sponda est della darsena Toscana). Le banchine per le crociere diventerebbero 5 con la ex-75 che ancora oggi si dibatte tra nautica da diporto da sfrattare dal Mediceo (e non sarà una soluzione, ma solo un pericoloso rimedio specie nella cattiva stagione) e navi da crociera “tollerate”. Il tutto con piena soddisfazione anche del cantiere Benetti, che non vedrebbe minacciati i suoi preziosi gioielli in costruzione o allestimento dall’inquinamento fatalmente generato dalle riparazioni navali.

Una soluzione, quella del superbacino, che proprio perché semplice e logica è tuttavia scartata a priori dalle stesse istituzioni che non riescono a cavare un ragno dal buco in alternativa, salvo l’aver preferito avviare sanguinosi scontri con la Compagnia-Impresa dei portuali (Alto Fondale) e dai terminalisti dei forestali (Neri Spa, Scotto, etc.) sul molo Italia.

Si parla tanto, di questi tempi, di una gara d’appalto del bacinone, che contempli anche l’obbligo di rimetterlo in funzione, coprirlo con una specie di “cappuccione” antinquinamento, e trovare un quasi impossibile accordo con Benetti per avere le necessarie aree a terra. Scartata la malignità dei soliti, che attribuiscono all’Authority la volontà della gara perché ci sono i genovesi che hanno fame di bacini di carenaggio, non rimane che il chiedersi, latinamente, Cui prodest. E nel frattempo si perdono occasioni, posti di lavoro e anche speranze. Complimenti.

A.F.

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Pubblicato il
24 Agosto 2011

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