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Tre ipotesi in ballo per il super-bacino di Livorno

Con l’Authority che spinge per riattivarlo, si parla di navi da crociera, navi mercantili ed anche super-yachts da 150 metri – Ma intanto si sono fermati i lavori del molo Mediceo in attesa di capire che cosa sarà pianificato per la banchina 75

LIVORNO – A Genova, sono ormai quotidiane le vampate sulla necessità della sesta vasca, ovvero di un nuovo, grande bacino di carenaggio. A Malta in questi giorni l’armatore partenopeo Palumbo ha ribadito che il superbacino da 360 metri acquisito l’anno scorso – e al quale dedicammo un lungo servizio proprio su queste pagine – è destinato a traffici importanti, anche se gli costa uno sproposito di energia elettrica. A Napoli i bacini sono pieni di lavoro. E a Livorno?

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Per il superbacino da 350 metri (e 56 di larghezza) di Livorno, fermo ormai da anni in stato di avanzato degrado, l’Autorità Portuale è ormai alle decisioni finali: almeno per quello che le compete, che non è tutto. L’indagine affidata al RINa si è conclusa certificando che per il bacino ci sarebbero possibilità di lavoro significative, in particolare per le navi da crociera; ma in compenso bisogna investire 20 milioni per rimetterlo in funzione, riparare i tanti guai e “coprirlo” per renderlo ambientalmente compatibile con le aree sottovento ad uso degli yachts e della Porta a Mare. Sulle navi da crociera però non tutti sono d’accordo: nell’ultimo numero del nostro giornale la Società Gestione Bacini di Livorno ha contestato questo indirizzo (citando anche la “buca” che ha fatto puntando al settore il bacino di Barcellona, notoriamente uno dei porti più significativi nel comparto crociere) ribattendo che ”bisogna puntare alle navi mercantili”. C’è anche una terza ipotesi, ed è quella sulla quale si starebbe muovendo zitto zitto Paolo Vitelli di Azimut-Benetti: un utilizzo misto per navi da crociera e maxi-yachts, visto che un po’ tutti i primari costruttori nel campo hanno in programma mega-panfili da 120, addirittura 150 metri ed oltre, essendosi spostato il mercato verso i pochi super-super-ricchi.

Vada come vada, il dibattito che non si conclude con una scelta sta provocando per il momento alcuni spiacevoli ritardi. L’immobiliare della “Porta a mare” ha demolito i vecchi capannoni sul molo mediceo ma ha sospeso il resto dei lavori ed ha bloccato a metà la strada che dal piazzale della Bellana (viale Italia) doveva portare allo sporgente del molo Mediceo dove oggi esiste la palazzina dei piloti. Il progetto approvato da anni di questa strada doveva correre lungo la banchina 75, lasciando verso la darsena che guarda al bacino i fabbricati destinati ad abitazioni di lusso e negozi di accessoristica nautica. Ma se il bacino dovrà essere riutilizzato, avere appartamenti ed aree nautiche subito sottovento a operazioni di carenaggio e pitturazione non avrebbe più senso, anche se il bacino venisse coperto (in ogni caso il … panorama sarebbe un affaccio sul bacino e non sul mare). Da qui il blocco dei lavori della strada, il fermo alla ripulitura dei piazzali dove sono stati demoliti i capannoni, e una ricontrattazione in corso con Comune e Authority per trasferire le “cubature” delle costruzioni abitative altrove. Quando ci saranno le decisioni relative non è dato saperlo: ma i tempi di queste scelte a Livorno durano in genere anni.

Va invece avanti, finalmente, il progettato “marina” dentro il molo mediceo. A spizzichi e bocconi: si parte in questi giorni con la gara per allungare il molo Elba di 150 metri (6 milioni di spesa) che consentirà di liberare dalle barche il “muro del pianto” fino alla casermetta acquea della Polizia del porto. Le barche andranno infatti nella zona sud del molo Elba, triplicando l’attuale area occupata dalla Lega Navale. E si potrà cominciare a lavorare sul “muro del pianto“ e dentro la Darsena Nuova lato ex Lips (dove dovranno essere allontanate le barche abusive). A pezzi e bocconi, sembra che qualcosa si muova.

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Pubblicato il
26 Novembre 2011

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