“Concordia” e cultura del mare
NAPOLI – “Dalla vicenda della nave da crociera “Concordia”, l’Italia non ne è uscita bene. Questo grazie alle numerose e superficiali trasmissioni – talk show alle quali hanno partecipato persone “ignoranti e sprovvedute” in quanto a cose di mare, macchiandosi, senza rendersene conto, di un “crimine mediatico” sentenziando e sostituendosi così alla Magistratura.
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Ormai quasi nessuno più fa imbarcare comandanti italiani. Le immagini negative della tragedia hanno girato il mondo intero. Un errore umano, se c’è stato, lo può fare chiunque, ma dire che tutto il sistema non funziona è troppo. Chi ha la passione per il mare deve lavorarci con impegno e abnegazione oggi e sempre. E poi spetta comunque alla società armatrice essere costantemente presente ed essere il punto di riferimento di chi lavora in mare”.
Così il presidente della holding Lauro.it, l’armatore Salvatore Lauro, ha salutato i ragazzi dell’istituto superiore Duca degli Abruzzi di Napoli in occasione del primo incontro del progetto “Studiare l’impresa, l’impresa di Studiare” realizzato dall’Unione Industriali, Ufficio scolastico regionale e dal quotidiano il Mattino.
“Il nostro obiettivo – ha proseguito il presidente Lauro – è quello di avere nel nostro gruppo figure professionali sempre più specializzate ecco perché siamo tra i soci fondatori della Fondazione dell’istituto tecnico superiore per la mobilità sostenibile e i trasporti marittimi di Torre Annunziata”. All’incontro è intervenuta la preside del nuovo ente formativo, Teresa Farina oltre alla dirigente del “Duca degli Abruzzi”, Angela Procaccini e all’ingegnere Michele Palescandolo della Multiservice Group, azienda che si occupa di gestire le navi della Lauro.it.
In particolare tornando all’argomento sicurezza in mare, Salvatore Lauro si è soffermato sulla inderogabile necessità che il personale demandato al comando della nave sia di alta professionalità e adeguato a ricoprire il ruolo di responsabile primo della conduzione della nave. Pertanto – sottolinea ancora Lauro – “nessun armatore dovrà mai essere obbligato ad imbarcare comandanti su indicazione della magistratura o su pressioni di organi di stampa o perché semplicemente iscritti in un turno di navigazione generico, tenuto a cura delle Autorità marittime”.
“Nutriamo un profondo rispetto nei confronti della Magistratura – conclude Lauro – ma tutta la vicenda enfatizzata dai media, ha evidenziato ancora una volta la mancanza nel nostro Paese di una vera cultura marinara; cultura che, se coltivata e ben recepita, potrebbe consentire ad un tribunale costituito sia da uomini di legge che da uomini di mare, di emettere pronunce ponderate e meglio rispondenti alle problematiche del mare”.
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