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Mistral: classificare i porti dell’area transfrontaliera

Uno schema con cinque tipologie di base sulla qualità dei servizi – Il raffronto con le realtà esistenti e con le esigenze immediate del popolo delle barche

Gli assessori Monica Mannucci e Gianfranco Simoncini.

LIVORNO – Il nome è piacevole ed evocazione di belle sventolate: progetto Mistral. Il workshop che si è tenuto lunedì al museo di storia naturale della Provincia labronica, intitolato appunto al Mistral, aveva come oggetto una proposta di classificazione dei porti turistici del Mediterraneo; articolata in realtà in una più modesta e realistica arcata spaziale dalla Toscana alla Sardegna, la Liguria e la Corsica, sia pure con prospettive (o semplici speranze, non s’è capito bene) di allargare il campo fino alla Costa Azzurra, la Provenza e le Baleari. Progetti finanziati dall’Unione Europea nel quadro del flusso di soldi (notevole, qualche volta da chiedersi se non sia spropositato) dedicati alle relazioni transfrontaliere.


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E andiamo al progetto. Presentato alla larga dall’assessore regionale della Toscana alle politiche comunitarie, il livornese Gianfranco Simoncini, la finalità del tutto è quella di avere un quadro il più possibile omogeneo dei porti turistici di interesse transfrontaliero, catalogati sulla base dei servizi offerti, delle opportunità per i diportisti, delle tipologie di attracchi, dei rapporti con il territorio. Un obiettivo che lo stesso Simoncini ha fatto larvatamente capire essere di grande portata, con la possibilità di allargarlo ulteriormente – se la “mucca” Ue continuerà a farsi mungere – al settore della portualità commerciale, sui trasporti marittimi, sui sistemi. Simoncini ha fornito anche le cifre degli impegni svolti nei vari progetti transfrontalieri: 50 progetti già finanziati Ue per 46 milioni di euro, 38 progetti specifici per 66 milioni, 5 iniziative realizzate da 432 mila euro; il tutto con 124 partner solo per la Toscana. A suo parere ad oggi grazie a questi progetti sono stati creati 2.408 posti di lavoro nel comparto nautico.

La toccata introduttiva di Simoncini (seguita da sua rapida fuga a Firenze per altri impegni) ha lasciato il campo all’assessore provinciale alle politiche comunitarie Monica Mannucci, ma più che altro alla presentazione – molto schematica e necessariamente teorica – della proposta di classificazione dei porti turistici. Proposta che dovrà essere ulteriormente elaborata ma si basa su uno schema piuttosto rigido a seconda delle specializzazioni (approdi, porti-piazza, porti-parcheggio, porti di transito o porti attrezzati) anche in relazione ai loro rapporti con il territorio. Molto tecnicismo, un certo auto-compiacimento nel presentare la formula, qualche scetticismo in sala perché classificazioni del genere sono fatalmente rigide e non contemplano mix di funzioni come quasi ovunque è la realtà.

All’indicare la Luna da parte del progetto, è seguito il richiamo al dito che indica: ovvero alla realtà. Se ne sono incaricati gli interventi, tutti puntati sulle problematiche vere e immediate: dal porto turistico che sta nascendo a Cecina alle difficoltà di far crescere Viareggio, dalla ignorata e ancora una volta sottostimata esistenza dei “circolini dei moletti” livornesi alla crescita del polo dei Navicelli. Tutte istanze che lungi dal mettere la teorica classificazione al primo posto, chiedono invece maggiore attenzione, minore burocrazia e interventi più concreti a tutela del popolo locale e di passaggio delle barche.

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Pubblicato il
7 Marzo 2012

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