Singapore, “porto dei porti” aree omogenee e forte crescita
Merci convenzionali e containers non sentono la crisi – Potenziati anche i collegamenti inter-asiatici
SINGAPORE – Sempre più impegnativo il compito della Maritime and Port Authority di Singapore (MPA) nella gestione dello specchio acqueo attorno alla dinamica isola- Stato dell’Asia. Il traffico delle merci è in continuo aumento se si pensa che nei primi dieci mesi del 2011 sono state movimentate 444.649.200 tonnellate di merci con un incremento di quelle convenzionali dell’11,4% rispetto all’anno precedente. Ma si registra anche un +6,5% per ciò che riguarda il traffico container, con 257.003.600 tonnellate e con stessa percentuale di aumento per le rinfuse petrolifere, pari a 155.366.400 tonnellate. Per accogliere le navi in arrivo la MPA ha suddiviso le acque in tre zone di ancoraggio: l’Eastern sector, il Western sector e il Jerong sector.
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Il primo, nell’area Changi General Purpose anchorage prevede navi che necessitano lo sdoganamento, come pure l’approvvigionamento ed eventuale cambio di equipaggio. Ma c’è anche una zona atta ad accogliere navi danneggiate con necessità di riparazioni ed inoltre un ancoraggio, il Man of War, destinato ad unità militari di passaggio. L’Eastern petroleum anchorage invece prevede petroliere , mentre una speciale area ospita rimorchiatori, pontoni, chiatte, pescherecci.
Il Western sector è adibito soprattutto a quelle unità in attesa di sdoganamento, in particolare petroliere e a quelle che richiedono la quarantena. Ma c’è anche un’area destinata allo scarico di esplosivi e di merci pericolose, il Sudong Explosive anchorage. Anche qui non manca una zona per riparazioni di emergenza, la Raffles Reserved anchorage.
Infine il settore Jurong è prevalentemente adibito ad accogliere grandi petroliere con relativo sdoganamento e, se necessario, servizi di riparazione.
Allo specchio acqueo destinato all’ancoraggio fanno seguito due principali Terminal commerciali, il PSA Corporation LTD e il Porto di Jurong, attrezzati per ricevere ogni tipo di unità marittima. Il primo opera su quattro Terminal container per un totale di 54 ormeggi a Tanjong Pagar, Keppel, Brani e nel nuovo Terminal di Pasir Panjang che è in grado di ricevere mega container di oltre 13.000 TEU. Un’area di quest’ultimo è dedicata al trasbordo di autovetture ed ha una capacità di movimentare oltre un milione di veicoli l’anno.
Il multi-purpose porto di Jurong è invece destinato ad ogni tipo di navi cargo convenzionali.
Alla Maritime and Port Authority di Singapore fa riferimento anche la nautica da diporto. Tutti gli yacht, come pure le più piccole imbarcazioni devono essere in possesso di una speciale licenza di circolazione ed ormeggiare nelle diverse marine o porticcioli turistici. In caso di ancoraggio o sosta non autorizzata gli armatori saranno sanzionati. Le acque attorno Singapore sono sotto controllo della MPA anche per ciò che riguarda la maricoltura, un settore che si sta espandendo con grande rapidità per far fronte alla riduzione degli stock ittici naturali e alla richiesta sempre maggiore di prodotti marini non solo in Oriente, ma in tutta l’Europa alla quale l’Asia guarda per l’esportazione. Attualmente sono in funzione a Singapore 8 impianti facenti parte della cooperativa di acquacoltura Smac e sono dislocati nell’area marina di Changi e Pasir Ris. Vengono allevate cernie, ricciole gialle, dentici ed altri pesci pregiati. Con una produzione in crescendo se si pensa che si è passati da 5.141 tonnellate di prodotto del 2008 a 5.229 tonnellate dello scorso anno. Ma proprio per la difficoltà di aumentare la produzione a causa del divieto da parte della MPA di occupare ulteriori spazi acquei che potrebbero rallentare il traffico marittimo, la cooperativa ha dovuto guardare ad altri siti, privilegiando quelli nel mare indonesiano con un primo stanziamento di 4 milioni di dollari per la loro realizzazione.
Tra le altre iniziative per rendere più sicura la navigazione attorno a Singapore, la National Environment Agency (NEO) ha potenziato il Centro di Ricerche Climatologiche con l’intento di approfondire studi sul clima e verificare come l’atmosfera, gli Oceani e la superficie terrestre interagiscono. Questo per prevedere in tempo il passaggio di tifoni e di tempeste piuttosto frequenti nella zona e pericolose per la navigazione.
I traffici marittimi tra l’Estremo Oriente e l’Europa sono in costante aumento e le esportazioni verso i 27 Paesi dell’Unione Europea nel solo 2010 hanno rappresentato 509 miliardi di euro, ma anche le importazioni in Asia non sono state da meno, registrando 284,2 miliardi. E i traffici sono avvenuti principalmente tramite nave con i porti di Hong Kong e Singapore in primo piano.
Clelia Pirazzini
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