Alphaliner: impietosa radiografia alle compagnie dei containers
Tre grandi gruppi sulla base dei rischi legati ai debiti – Il problema degli eccessi di offerta di stiva – Gli aumenti dei noli e gli accordi per condividere le rotte
PARIGI – Il rapporto è di Alphaliner, è ciclico e molto atteso. Ma questa volta l’analisi pubblicata dalla compagnia francese sull’andamento delle compagnie dei containers non fa certo pensare a brindisi con la Veuve Cliquot. Anzi, ipotizza – per fare una sintesi stretta e senza remore – una serie di problemi che impongono alle principali compagnie di ripianare debiti fino a 20 miliardi di dollari. E a breve termine.
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L’analisi fa anche una classifica, dividendo le compagnie principali in tre grandi gruppi, in relazione al maggiore o minore rischio. Il parametro di riferimento è il 2011, con le perdite che secondo Alphaliner sono state complessivamente di 6 milioni di dollari, in gran parte concentrate nel quarto trimestre dell’anno. Ma anche questo inizio del 2012 ha aspetti assai contraddittori: le perdite sarebbero continuate fino alla decisione pressoché generalizzata di aumentare – e in termini molto decisi – i noli sia a marzo che ad aprile, con crescite rispetto allo stesso periodo del 2011 che viene calcolato intorno al 19/20 per cento.
Se il problema dei noli è stato affrontato con decisione, e da tutte le principali compagnie del comparto, rimane comunque aperto – secondo gli analisti – l’altro problema che grava sulle compagnie, cioè l’eccesso di offerta di stiva. Che i recenti accordi per la gestione comune degli spazi di bordo, riducendo opportunamente le navi, hanno affrontato ma non risolto. Si è parlato molto di aumentare le rottamazioni delle navi meno recenti e in parte alcune compagnie hanno già ottemperato: ma nel frattempo stanno per arrivare le nuove navi ordinate prima della grande crisi e il conto rimarrà per il 2012 in pareggio o ancora con qualche eccesso, visto che le previste rottamazioni (per circa 195 mila Teu) saranno nettamente al di sotto dei nuovi ingressi (circa 250 mila Teu) dato che le navi in fase di varo sono tutte di maggiori dimensioni e portata.
Per quanto riguarda le tre categorie di compagnie sulla base dei rischi, in testa alla classifica come solidità della struttura e finanziamenti sono Maersk Line, Nol, Evergreen, China Shipping, Hapag Lloyd, Ooil e in particolare Wan Hai (Taiwan).
In posizione intermedia nella classifica a rischio stanno Cosco, Cma-Cgm, Nyk, Mol, K Line, e la risorta Csav cilena.
Secondo Alphaliner infine le compagnie più a rischio oggi sono l’israeliana Zim, le due coreane Hanjin e Hyundai e un po’ meno esposta anche per il dinamismo dimostrato ultimamente la Yang Ming di Taiwan.
Un po’ tutte le compagnie comunque sono alla ricerca di capitali freschi da immettere, sia attraverso nuove partecipazioni che con la cessione di eventuali assets non strategici. In attesa che il mercato dei noli e specialmente che l’interscambio transoceanico tornino a tirare.
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