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Briciole ai porti dall’Iva lunedì incontro a Roma

Si parla di un minimo di autonomia finanziaria dal Decreto Infrastrutture – I dettagli e le perplessità

ROMA – Qualche indiscrezione circolava già da giorni, ma adesso sembra confermata da buona fonte: il governo s’è deciso a lasciare alcune “briciole” di quanto i porti producono in fatto d’Iva, riconoscendo finalmente il principio di una almeno ridotta autonomia finanziaria.

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La bozza del provvedimento era al consiglio dei ministri ieri, a latere dell’ordine del giorno del decreto infrastrutture. Per lunedì prossimo sono stati convocati a Roma i vertici delle Autorità portuali per illustrare loro i dettagli del provvedimento.

Sempre secondo le indiscrezioni, alle Autorità portuali dovrebbe rimanere l’80% dell’1% del gettito derivante da Iva e accise dei propri traffici. Una formula che sembra cervellotica ma che deriverebbe dalla necessità di creare un fondo di perequazione nazionale (sul quale far confluire il residuo 20% dell’1% già detto) a sostegno dei porti con meno traffico.

La nuova normativa è il risultato del lavoro del viceministro dei Trasporti Mario Ciaccia, dopo una serie di incontri con i presidenti delle Autorità portuali. Dire comunque che la soluzione apra il cuore alle speranze dei porti è assolutamente esagerato. Dai primi calcoli fatti sembra che nella migliore delle ipotesi l’1% renderà al totale dei porti tra 80 e 100 milioni all’anno, che polverizzati tra le 25 Autorità portuali italiane diventano davvero “briciole”: sia pure con il vantaggio di essere sicure ogni anno e quindi poter servire da base di mutui garantiti, compresi quelli con la Cassa Depositi e Prestiti ai quali aveva lavorato (inutilmente, va detto) l’allora ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli.

Lunedì prossimo dovremmo saperne di più, dopo l’incontro di Ciaccia con i presidenti delle Autorità portuali. Ad oggi i primi commenti sono cautamente positivi, non tanto sull’ammontare quanto sul fatto che finalmente si è rotto il tabù “tremontiano” di conferire qualche brandello d’Iva ai porti che la producono, C’è semmai la critica sul quantum e specialmente su quel 20% da accantonare per i porti minori, quello che da soli non producono un gettito sufficiente né per lo Stato né per se stessi. Ma per loro sembra andare avanti l’altro progetto (avversato ovviamente da Assoporti: e dal suo punto di vista è comprensibile) di ridurre la pletora delle Autorità portuali accorpandole per sistemi territoriali. Lentamente ma anche questo progetto sembra andare avanti: e sarà forse assai più incisivo della “briciola” dell’1% dall’Iva.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
26 Maggio 2012

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