Portuali alle lacrime & sangue

Enzo Raugei
LIVORNO – Forse è eccessivo pensare che dopo l’assemblea dei portuali della scorsa settimana, e le dimissioni in blocco dell’intero consiglio direttivo della Compagnia, il porto labronico non sarà mai più come prima.
Ma il segnale è forte: il piano di salvataggio presentato dal manager-commissario Alberto Bruschini è stato approvato quasi all’unanimità e impone tagli drastici alle retribuzioni (il 30% circa) oltre alla vendita di altri assets. Ma da solo non sembra garantire un ritorno all’utile prima di almeno altri due anni di lacrime e sangue. Sono le cifre a dire quanto pesante sia la situazione economica: 15 milioni almeno il fabbisogno finanziario a brevissimo termine, anche dopo aver capitalizzato la maggioranza del TDT venduta a GIP. I risparmi con i nuovi tagli sui costi sono ipotizzati intorno ai 5 milioni annui, ma con la caduta del lavoro e degli introiti occorre fare di più. E gli stessi sindacati del porto – Simone Angella della Cgil l’ha confermato – si sono impegnati a loro volta a lavorare con Bruschini per ulteriori limature.
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Enzo Raugei, presidente uscente del consiglio anch’esso uscente, si dice ragionevolmente certo che la situazione potrà essere salvata. Non più in sei mesi, come aveva sperato a febbraio scorso, ma in due o tre anni. E per questo alle prossime elezioni di metà luglio – le dimissioni del consiglio le impongono – ripresenterà la propria candidatura e quella dell’intero consiglio dimissionario. “Perché non vogliamo scappare con la nave che affonda – ha detto – ma portare fino in fondo le nostre responsabilità e anche l’impegno di salvarla”. Un bel gesto: ma ci sarà da lavorare molto, lavorare molto duro, e tagliare ulteriormente. In una lunga estate rovente che è appena cominciata.
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