L’integrazione tra città e porto vecchio sogno che torna realtà
Presentate e discusse le formule adottate in altre città europee – L’importanza della partecipazione conoscitiva dei cittadini – L’aspetto culturale, storico e architettonico delle proposte

Nella foto (Laura Bolognesi): Fiorenzo Milani al tavolo dei relatori.
LIVORNO – Nel convegno recentemente organizzato dall’associazione IdeaLi e tenutosi presso la locale Camera di Commercio intitolato Livorno domani – Una città portuale europea, si è discusso – sotto vari profili – di cosa occorre alla nostra città per raggiungere un’integrazione ottimale con il suo porto.
Marco Tinti, presidente di IdeaLi e Federico Barbera, socio, hanno presentato il primo di una serie di incontri che l’associazione intende promuovere a favore della città per far diventare Livorno ed il suo porto un unico organismo. Federico Barbera ha anche fatto appello agli operatori perché formino una vera comunità portuale superando i personali interessi, sfruttando le molte risorse che abbiamo per tornare ad essere un porto vitale.
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Dopo i saluti del presidente della Provincia Giorgio Kutufà e quelli del presidente Spedimar Roberto Alberti (facente le veci del presidente della Camera di Commercio Roberto Nardi), Roberto Bernabò, direttore de Il Tirreno, ha coordinato la parte dedicata alla “visione europea” del convegno. I contributi per orientarci verso tale visione sono stati indubbiamente importanti: Patrick Verhoven, segretario generale European Sea Ports Organisation – ESPO, e Denis Davoult dell’associazione “Villes et Ports” – AiVP.
La AiVP è la rete mondiale delle città portuali, ha sede a Le Havre ed è composta da 215 membri di cui fanno parte autorità portuali, architetti ed associazioni. Si occupa dello sviluppo dei trasporti, della logistica e dello sviluppo sostenibile. La tendenza attuale – ha spiegato Davoult – è quella di riconvertire e riorganizzare le zone portuali non più utilizzate. Favorire l’integrazione fra città e porto sarà una delle sfide maggiori dei prossimi anni e fondamentale per questo sarà l’impegno architettonico insieme a soluzioni tecniche per limitare l’inquinamento delle attività portuali. Fra gli esempi di integrazione portati quello dei terminal crociere che, in molte città come Amsterdam e Marsiglia, ai piani superiori delle loro strutture hanno negozi, saloni per convegni o concerti regolarmente frequentati dai cittadini.
Anche per Patrick Verhoven (ESPO) l’integrazione porto-città deve essere perseguita attraverso una buona comunicazione con il cittadino e con il suo coinvolgimento e l’ESPO investe proprio sui porti che la favoriscono istituendo anche un premio annuale per le migliori iniziative in questa direzione. Molti e diversi tra loro gli esempi portati – poiché diverse sono le caratteristiche e la storia degli scali europei citati e diverse le soluzioni adottate – ma tutti con l’attenzione a spiegare per avvicinare il porto ai cittadini come comune denominatore. Anche Livorno, con il progetto Porto Aperto ha saputo, secondo Verhoven, coniugare creatività, conoscenza e sicurezza aprendo agli studenti ed ai cittadini 8 mesi all’anno lo scalo. La nostra città dovrebbe sfruttare la propria identità marittima e la sua rete di canali, unica in Europa e cercare inoltre di attrarre i turisti delle crociere non tanto verso le città d’arte toscane ma nella città stessa.
A conclusione della prima parte del convegno il sindaco Alessandro Cosimi ha manifestato soddisfazione per l’ultimo intervento ed ha poi annunciato che nella prossima giunta porterà a compimento il percorso del piano strutturale e le varie questioni portuali aperte dovranno avere risposte a breve e bisognerà essere consapevoli che non tutti potranno essere accontentati.
Si è poi passati alla cultura ed architettura, parte coordinata da Fiorenzo Milani, presidente del Propeller Club livornese e socio di IdeaLi, che, prima di dare la parola ad Olimpia Vaccari, ha detto che con le sue potenzialità il nostro porto dovrebbe diventare il primo scalo del Mediterraneo ma purtroppo questioni come la mancanza di banchine possono essere risolte solo a livello nazionale e non è sufficiente l’unione degli operatori; ed anche sotto il profilo della riqualificazione potremmo rendere eccezionale la nostra città, grazie alle opere che abbiamo ereditato. La dottoressa Vaccari del Centro Studi Storici Mediterranei dell’Università di Pisa ripercorrendo la storia del nostro porto dall’epoca degli etruschi fino ad oggi ha fornito un’attenta ricostruzione attraverso la quale si sono potute comprendere le ragioni storiche ed economiche che ne hanno determinato lo sviluppo, i problemi e l’attuale assetto. In ultimo gli interventi del professore di Progettazione Urbanistica al Politecnico di Milano architetto Stefano Boeri che – impossibilitato all’ultimo momento ha voluto comunque partecipare attraverso un video registrato – e quello del suo socio architetto Michele Brunello. Ambedue avevano appositamente visitato la nostra città e credono che la riqualificazione delle nostre due fortezze possa essere una straordinaria opportunità.
La terza parte ha visto Luca Salvetti di Granducato TV sollecitare il dibattito con gli operatori presenti: fra i moltissimi interventi anche alcuni di semplici cittadini a dimostrazione di come i temi trattati fossero sinceramente partecipati.
In conclusione il presidente dell’Autorità portuale Giuliano Gallanti ha ricordato che negli anni ‘70 con la containerizzazione i porti avvertirono un bisogno crescente di spazio ed i primi a rispondere a questa esigenza furono quelli del nord che delocalizzarono le aree trasformando gli ex spazi portuali in urbani. In alcuni casi, per questioni morfologiche, ciò non fu possibile e da qui la nascita delle città portuali; è inutile negare che il porto causa problemi ma offre anche molte opportunità che devono essere colte. Il porto oggi deve essere “in rete con il mondo” perché può esistere solo se collegato all’attualità ed attento a fornire quei benefici “soft” di cui il convegno ha trattato e che, insieme alla ricerca scientifica, rappresentano un valore che attrae.
Cinzia Garofoli
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