Rilancio per Agelp
Rinviata la firma del nuovo patto di lavoro

Giuliano Gallanti
LIVORNO – «Il porto non rimarrà senza il suo articolo 17. L’Agelp è l’unico soggetto abilitato ad offrire manodopera durante i picchi di lavoro e rimarrà in vita, in un modo o nell’altro». È il primo pugno sul tavolo o il primo avvertimento. All’incontro con i sindacati, Gallanti lo ha detto chiaro e tondo: «Noi stiamo facendo la nostra parte. Abbiamo definito un progetto che prevede la prosecuzione delle attività di Agelp attraverso il coinvolgimento di un numero maggiore di utilizzatori».
Gli ha fatto eco il segretario generale della Port Authority, Massimo Provinciali: «Abbiamo già ricevuto importanti segnali di disponibilità da parte di alcune imprese. Stiamo consultando tutti gli stakeholder del porto per arrivare ad una soluzione condivisa».
[hidepost]Il problema è come convincere le imprese a partecipare. «Non possiamo puntare la pistola contro i singoli imprenditori – ha spiegato Provinciali – ma stiamo esercitando nei loro confronti la necessaria e opportuna moral suasion perché accettino il nuovo corso».
«Uno dei problemi dell’Agelp – ha precisato Gallanti – è dovuto al fatto che ci sono alcuni articoli 16 che si sono messi a svolgere le stesse funzioni del 17. Sia chiaro che avvieremo una vera e propria attività di controllo nei confronti di tutti quei soggetti che violino le regole del porto. Alcuni sono già stati diffidati. In caso di reiterazione, non esiteremo ad adottare misure più forti».
E a proposito di sicurezza e controlli, l’Autorità portuale ha diramato a tutti gli operatori una circolare in cui vengono definite, mettendole in ordine e spiegandone la ratio, le disposizioni di rango normativo, ministeriale e locale, nei cui confronti deve svolgersi la libera attività di impresa. Ieri c’è stata a Palazzo Rosciano una conferenza stampa dedicata al tema.
Intanto, le consultazioni con gli imprenditori del porto termineranno in tempo utile per la sottoscrizione di un nuovo patto di lavoro che, per motivi vari, verrà firmato non più il 9 luglio, ma qualche giorno dopo. «Si tratta di un semplice ritardo – ha sottolineato il numero 2 dell’Authority – dovuto ai numerosi impegni che ci attendono in questi giorni, ma confidiamo di portare a casa un buon risultato».
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