E a Livorno ci si azzuffa sulla sponda Est
LIVORNO – L’attacco viene da Vladimiro Mannocci, già consigliere d’amministrazione della Cilp e uomo di punta a livello nazionale di Ancip. Mannocci ha “scoperto” che nell’albo pretorio del Comune è stata pubblicata una visura dell’Autorità portuale in cui si chiedono eventuali osservazioni alla domanda di tre società per concessioni trentennali alla radice della sponda est della Darsena Toscana, ex area Seal.
[hidepost]Esattamente dove, ormai da un paio d’anni, la pianificazione portuale prevede di trasferire il terminal dei rinfusi della Calata Orlando, per lasciare quest’ultima alle navi passeggeri.
In una sua nota, intitolata ironicamente “la coerenza delle azioni” (della Port Authority livornese, n.d.r.) Mannocci sostiene che vi sia “una chiara distonia tra la discussione in corso sul piano regolatore del porto e le azioni quotidiane conseguenti”. Nell’area ex-Seal, ricorda Mannocci, da tempo si ipotizza il trasferimento del terminal dei rinfusi, la cui permanenza alle spalle della banchina alto fondale (destinata alle grandi navi da crociera) è incompatibile con il progetto di trasformare l’intera area in stazione crociere. Invece l’Authority ha ricevuto – e a quanto pare non respinto – le richieste di concessione pluriennale per la stessa area (più aree vicine) di una joint di sue società (Base4 e TLPR) per creare una grossa base di imbarco-sbarco e lavorazione di carpenteria meccanica; e di un’altra società, la milanese Mesol, per un impianto di produzione di biogas.
Naturalmente il Tco non l’ha presa bene: e i portuali della Cilp, che hanno i loro guai e che proprio ieri hanno presentato il nuovo organigramma di vertice (Larotonda come amministratore delegato e Rognoni come direttore del marketing), minacciano una opposizione feroce. L’Authority da parte sua dice che la procedura di presentare le domande è corretta e che c’è tempo fino a fine settembre per eventuali opposizioni. Ma è sempre più evidente che la coperta del porto è troppo corta e che le scelte condivise rimangono, su questo piano, difficili se non impossibili. Il che certo non aiuta.
Antonio Fulvi
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