L’ultima sfida su Taranto un piano da 400 milioni

Importanti interventi anche dello Stato per completare lavori sempre ritardati dalla burocrazia – Obiettivo per il 2014, almeno un milione di Teu

TARANTO – Sterilizzare l’Iva sulle grandi opere, potenziare gli investimenti privati, ridurre il peso della burocrazia italiana, che specie i network mondiali della logistica aborriscono. Parte da questi punti la scommessa per il rilancio di Taranto, sia come porto “hub” per i grandi traffici con il Far East, sia come economia generale del comprensorio sconquassata dalla vicenda Ilva.

In uno special del Corriere della Sera (sul magazine “Sette” di fine agosto) un lungo servizio documentato sui progetti per il porto di Taranto è stato intitolato: dal porto arriva la speranza. Ovvero: un piano da 400 milioni di euro per fare della città la Rotterdam del Mediterraneo: ma i cinesi minacciano di lasciare lo scalo se non si fa in fretta.

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