Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Biodiesel? Se non tutto è ecologico…

LIVORNO – Non c’è bisogno di molta memoria storica per ricordare che sugli oli vegetali e sulle energie prodotte da fonti biologiche alternative a Livorno non siamo proprio, con la Masol, alla prima volta (ricorderemo solo la Novaoil).
[hidepost]Anche la Cilp ha provato a lungo ad entrare nel business, con un progetto di centrale a biomasse e olio di palma che è finito male dopo anni di scontri con la burocrazia dell’ambiente (e con il buco delle risorse finanziarie).
Diciamo pure che Masol ha altre risorse, che appartiene a un gruppo mondiale con le spalle larghe e che le cifre proposte dal suo piano industriale sono di tutto rispetto. Diciamo pure che nella morta gora delle iniziative imprenditoriali a Livorno, “anche un orbo è re”. Dunque, respingere a priori questa eventualità sarebbe sbagliato.
Rimangono però le perplessità che fanno il giro del mondo sulla “compatibilità ambientale” di prodotti come l’olio di palma, che a quanto pare sarebbero il core business di Masol a Livorno. In questi giorni su un foglio che circola nelle edicole, e che molti fanno risalire a un ex dipendente dell’Authority dei tempi di Marcucci, si legge un rapporto indubbiamente ben documentato sulle problematiche dei biodiesel, che in Italia non sarebbero competitivi con quelli sudamericani, tanto da provocare la chiusura di molti che ci avevano provato; e che potrebbero tornare ad esserlo solo se arriverà – come sembra – una normativa italiana di tutela dei produttori locali.
Ma c’è di più: il biocarburante prodotto con l’olio di palma è stato bollato dalla US Enviromental Protection Agency come “non ecologico” in quanto la sua produzione emetterebbe anidride carbonica oltre i limiti consentiti. Certo, in area portuale esiste anche di peggio; ma non considerare anche questi aspetti potrebbe essere pericoloso, perché si porrebbero grandi speranze in grandi investimenti che poi potrebbero essere stoppati dalle varie VIA: condizionando nel frattempo la realizzazione di altre iniziative (veloce trasferimento del Tco per esempio) che sono più urgenti. Qualche riflessione, crediamo, si impone anche da parte della città.

[/hidepost]

Pubblicato il
2 Febbraio 2013

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio