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Privatizzare? con la tecnica del bau-sette…

LIVORNO – E se facessero tutti il conto senza l’oste? La privatizzazione della Porto 2000, avviata dall’Authority di Gallanti con la delibera sull’advisor, parte con una spada di Damocle non piccola appesa sul cranio: il ricorso al Tar della Cilp in difesa della propria concessione sull’Alto Fondale.
[hidepost]Un ricorso che al momento non appare in alcun atto ufficiale, ma che c’è e non è da poco. Se il Tar lo accogliesse, banchine e magazzini dell’Alto Fondale rimarrebbero fino al 2024 in concessione alla Cilp: e salterebbe tutta l’operazione “terminal crociere” sia sull’Alto Fondale che sulla dirimpettaia calata Orlando. Conseguenza: la “Porto 2000” varrebbe notevolmente di meno. E se Gallanti insistesse per cedere le quote dell’Authority, il ricavato potrebbe essere davvero molto magro.
Strano che in tutto il fuoco di sbarramento di dichiarazioni, di interventi, di distinguo e di richiami che sta accompagnando in questi giorni la vicenda “Porto 2000”, nessuno abbia ricordato che la Cilp non abbia accettato a capo chino di essere espropriata della sua concessione all’Alto Fondale. Certo, la Cilp di oggi non è quella dei tempi di Italo Piccini: e non piazza pugni sul tavolo, o se li piazza sono pugnetti che fanno davvero poco rumore. Però “carta canta” e le carte dicono che Cilp ha ancora qualche cartuccia da sparare a suo favore sull’Alto Fondale, malgrado le delibere di Palazzo Rosciano e malgrado la pressione della stessa “Porto 2000”. Per di più la Cilp è con l’acqua alla gola e non può permettersi di cedere un asset importante come quello senza avere prima in mano le necessarie contropartite. Insomma, la situazione è grave ma non seria, come direbbe qualcuno. E per farla diventare seria occorre davvero che finalmente il domani di questo porto non fosse solo accennato sulle carte, ma diventasse un patrimonio condiviso attraverso gli stessi organismi istituzionali: quello che ad oggi appaiono e scompaiono come i bau-sette e ogni tanto prendono una posizione immediatamente dopo rivista, riaggiustata o annullata. E’ programmare il futuro, tutto questo?

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Pubblicato il
2 Febbraio 2013

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