Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Cellulosa: le guerre e un’idea

LIVORNO – E’ inutile girarci intorno: ci sono argomenti (o merci) che nel porto labronico scatenano scintille non appena se ne scrive.
[hidepost]Prendiamo la cellulosa, o più in generale i forestali: Livorno è da tempo uno dei porti di riferimento, anche per la relativa vicinanza storica delle principali cartiere; e come dice il vecchio proverbio, se il piatto è ricco mi ci ficco. Ovvero ci si ficcano in tanti: dalla presenza storica di Cilp a quella della Scotto (gruppo Giorgio Neri) con il gruppo Bonsignori (Mediterranea) a far da terzo incomodo.
Di recente Bonsignori s’è fatto sotto con un nuovo traffico di 150 mila tonnellate/anno dalla Spagna: e abbiamo scritto che forte di questo incremento ha chiesto spazi di magazzino in porto, puntando anche agli ex-Dole.
Spetta ovviamente all’Autorità portuale valutare se, in che misura e quando accogliere le richieste (pressanti) dei Bonsignori. Ma i nostri articoli in merito hanno portato a un fiume di distinguo, che per dovere di cronaca vanno ugualmente accolti. Il primo e fondamentale: le 150 mila tonnellate dalla Spagna non sono un traffico nuovo ma tolto alla Scotto con un ribasso tariffario che avrebbe portato un “grave e ulteriore impoverimento del porto”. In sostanza: si chiedono spazi per un traffico che già li aveva ed è stato vinto all’interno del porto in una specie di “guerra tra poveri” che la dice lunga sul clima nel quale la stessa Autorità portuale cerca di mettere ordine. La quale Autorità portuale risponde indirettamente a Bonsignori ricordando che nel piano regolatore del porto in fase di attuazione e nello stesso POT gli ex magazzini Dole sono ormai chiaramente indicati per le crociere, quindi non possono andare alla cellulosa.
Si parla molto anche di investimenti. E proprio in questi giorni la Cilp ha annunciato che sabato 25 maggio inaugurerà nel terminal Dock Etruschi al varco Valessini una nuova flotta di fork-lift specializzati proprio per i traffici di cellulosa; flotta che ha comportato un nuovo, sostanzioso investimento nel settore, di cui la stessa Authority – si dice in Cilp – non può non tenere conto nelle concessioni.
Scintille, insomma, in cui ciascuna delle parti in causa difende la propria verità. C’è anche chi, dall’esterno, avanza qualche proposta costruttiva, invitando operatori e Authority a rifletterci sopra. Prima di tutte, la disponibilità dell’interporto di Guasticce ad aprirsi finalmente – e sul concreto: con forti incentivi agli investimenti – come area retroportuale. Ovvio che bisogna investire, ma è chiaro che nell’attuale cinta portuale gli spazi liberi ormai sono esauriti e bisogna guardare al futuro. Potrebbe essere Guasticce il futuro per magazzini ed aree di deposito merci? Certo, si parla di rottura di carico e quindi di costi: ma probabilmente è meglio un (piccolo) costo in più che la rinuncia a un traffico. Oppure abbiamo semplificato troppo?
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
4 Maggio 2013

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio