Tempo per la lettura: 4 minuti

Le città protagoniste su porti e logistica

Occorre superare in Italia, secondo il relatore del documento comunitario, i limiti della 84/94 – Lavorare sulla competitività

Alessandro Cosimi

Nella recente riunione del Comitato delle Regioni a Dunkerque, il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi è stato relatore su un documento per le politiche portuali UE. Lo abbiamo intervistato sui temi europei e locali.

LIVORNO – Sul ruolo dei porti europei si discute in UE da anni, ma l’impressione è che ogni paese abbia una sua visione, spesso totalmente diversa dagli altri. Vede la possibilità di una sintesi comune che non ci penalizzi per lo strapotere del nord Europa?
“La scelta di utilizzare il regolamento invece di una direttiva o di una raccomandazione è fatta appositamente per provare a trovare una sintesi comune senza rendere del tutto omogenee le esperienze. Tenere fuori la regolamentazione del lavoro portuale e lavorare sulla competitività, in particolar modo su una sorta di cabina di regia per gli aiuti di Stato è un modo per stimolare chiare direttive nazionali all’interno di un quadro determinato dal regolamento stesso, è un modo per rispettare le differenze ed allo stesso tempo creare una prospettiva comune sui porti che sono all’interno della rete TEN-T.
[hidepost]Ed è un modo per determinare un collegamento con gli altri provvedimenti della UE a partire dal provvedimento per il 4º pacchetto ferroviario in maniera che ci sia un quadro europeo di qualità all’interno del quale le politiche nazionali dovranno fare delle scelte”.
Il rapporto con il territorio, non solo strettamente retro-portuale, è sempre più importante perché i gates portuali siano non solo momenti di transito ma anche ricchezza per il territorio stesso. Livorno non sembra ancora in grado di sfruttare al meglio l’eccellenza (pressoché unica) di un porto, un aeroporto, un interporto e un vasto territorio libero alle sue spalle. Perché la pianificazione, anche per le competenze del suo Comune, va così lentamente?
“E’ un po’ strano dire che si dica che la pianificazione vada lentamente, soprattutto per le competenze del Comune. Mi sembra di ricordare che il PRP nella sua stesura è del 1953. Quindi caso mai credo che ci sia stata una accelerazione perché se dal ’53 ad oggi non si è deciso di redarre un nuovo Piano Regolatore del Porto vuol dire che oggi hanno fatto scelte diverse. Va da sé che l’idea del PRG portuale ha dovuto prima di tutto vincere delle resistenze e poi affrontare il tema della redazione. Siamo di fronte ad una svolta epocale piuttosto che ad un ritardo”.
Spesso l’efficienza degli strumenti di governo del territorio si vede anche sui problemi “minori”. E’ il caso, in questi giorni a Livorno, delle proteste per la mancata apertura del varco Zara del porto: e c’è chi attribuisce il ritardo alla segnaletica stradale non ancora predisposta dal Comune. Eppure un varco in più sarebbe fondamentale.
“Rispetto al caso specifico del varco Zara, il progetto per la parte comunale è redatto già da tempo, mi risulta che l’Autorità Portuale ne stia dando applicazione”.
Le crociere portano a Livorno – dati 2012 – circa 12 milioni di turisti: ma l’impressione è che la città usi questo tesoro poco e male. Altre città hanno messo su veri e propri apparati di accoglienza e di valorizzazione delle proprie attrazioni. E noi continuiamo a discutere sull’apertura delle Fortezze medicee ai turisti, mentre si offre poco anche del resto. Non si può fare di più?
“Sicuramente si può fare di più e meglio. Dobbiamo però affrontare una diatriba che su Livorno ha visto contrapporre porto commerciale e porto delle crociere. Ed anche in questo caso la battaglia da vincere è culturale sapendo che parlare di turismo significa mutare comportamenti, cioè dimensionare l’offerta su una domanda che è variabile e molto variegata, e su questo non si può fare a meno di una interrelazione con il tessuto economico cittadino che deve accettare il turismo e di condividere il turismo come un asse di sviluppo con le caratteristiche che gli sono proprie, modificando quindi tempi, orari, abitudini attraverso i quali l’offerta si incontra con la domanda. Per quanto riguarda le Fortezze il lavoro è fortemente avviato sapendo che non è solo un problema di procedure ma anche un problema di investimenti. Il Comune si propone di essere il collante per risolvere i rapporti con il Demanio e mettere a frutto queste strutture, sapendo che non potrà essere il Dominus di questa situazione, un po’ per le condizioni in cui si trovano oggi gli Enti Locali, ed un po’ perché il tessuto economico e sociale dovrà essere il soggetto che alla fine è capace di un dinamismo proprio. Noi dobbiamo creare le condizioni perché sia possibile; gli altri devono assumersi responsabilità gestionali, soprattutto per la Fortezza Vecchia”.
Lei ha suggerito a Dunkerque che le città siano coinvolte maggiormente nella definizione delle norme per la prestazione dei servizi portuali. Ma come membro del comitato portuale non ha già piena competenza in materia?
“Ciò che abbiamo chiesto a Dunkerque è qualcosa che va oltre la legge 84/94, è un’idea di relazione tra città e porti che veda le comunità come interpreti dell’aggancio fra i nodi della logistica e gli ambiti portuali. Questo significa ambiti maggiori di programmazione territoriale, maggiore coinvolgimento delle politiche nazionali ed una capacità condivisa autorità portuale, comunità, e politiche nazionali per presentare progetti credibili e condivisi per accedere ai finanziamenti europei. Questo significa, tornando alla prima domanda, una modalità di definire una identità locale dentro un quadro nazionale per competere in maniera fattiva con i porti del Nord Europa. Stare dentro il progetto TEN-T e la discussione del regolamento del pacchetto porti è per la nostra città una occasione straordinaria”.

[/hidepost]

Pubblicato il
24 Luglio 2013

Potrebbe interessarti

Antonio Fulvi

La quiete dopo la tempesta

Qualcuno se lo sta chiedendo: dopo la tempestosa tempesta scatenata a Livorno dall’utilizzo del Tdt per le auto di Grimaldi, da qualche tempo tutto tace: sul terminal sbarcano migliaia di auto, la joint-venture tra...

Leggi ancora

Se rullano tamburi di guerra

Facciamo così: se avete voglia di ripassare con me un po’ di pillole di storia, che possono insegnarci qualcosa sull’attuale preoccupante rullo di tamburi di guerra, provo a pescare nella memoria.   Le spese per rinforzare...

Leggi ancora