Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Raimondo Pollastrini la scomparsa e il cordoglio

Raimondo Pollastrini

LIVORNO – La sera di Ferragosto è mancato, dopo lunga malattia sopportata con forza serena, l’ammiraglio ispettore capo (aus) Raimondo Pollastrini. Le esequie, con gli onori militari, si sono svolte sabato dalla chiesa del Soccorso. Ha lasciato la seconda moglie Gloria Giani, il figlio avvocato Matteo dello studio Canepa & Associati, e la figlia Martina, sposata con due bambini che vive a Siena dove lavora. Fino all’ultimo momento l’ammiraglio è stato assistito con grande abnegazione oltre che dai famigliari anche da capo Antonio Cusumano, un sottufficiale che lo ha seguito per anni ed anni come segretario di fiducia in tutte le sue destinazioni.
Raimondo Pollastrini è stato, nel corpo delle Capitanerie di porto-Guardia Costiera, uno dei più brillanti prosecutori della politica di rinnovamento e potenziamento del corpo avviata dal compianto ammiraglio “Bepi” Francese: alla cui scuola si sono ispirati alcuni dei più noti ed apprezzati alti ufficiali del corpo come Marco Brusco, Luciano Dassatti e lo stesso Felicio Angrisano.
[hidepost]Plurilaureato e molto ferrato nelle dottrine della navigazione, oltre ai vari comandi nelle Capitanerie – ultimo dei quali prima di assumere l’incarico di comandante del Corpo, la Capitaneria di Genova – Raimondo Pollastrini ha anche insegnato all’università ed ha ricoperto l’importante incarico umanitario di presidente dell’istituzione “Welfare Gente di mare”. Passato in ausiliaria al termine della carriera militare, è diventato giudice di Cassazione presso la sede di Firenze, dove ha fatto un importante contributo sulla materia della navigazione e del diritto marittimo.
Alla famiglia di Raimondo Pollastrini, ai tanti amici che l’hanno assistito fino all’ultimo, ai colleghi che gli hanno reso l’ultimo omaggio sabato scorso, giungano le più sentite condoglianze del nostro giornale.

[/hidepost]

Pubblicato il
21 Agosto 2013

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio