Il rispetto per le vittime disperse
GIGLIO PORTO – E’ vero, è un’operazione tecnologicamente unica al mondo: e nella civiltà dell’immagine, è comprensibile che ci siano oltre 400 reti televisive e centinaia di giornalisti accreditati da tutti i paesi dei cinque continenti per il raddrizzamento del grande relitto.
[hidepost]Eppure, come ha detto giustamente il commissario governativo Gabrielli, non bisogna dimenticare che l’immenso relitto è ancora la tomba di qualcuno. Una tomba che meriterebbe forse meno scenografie da circo e più meditazione.
Al momento in cui andiamo in macchina, non si sa – o almeno noi non sappiamo – se l’operazione può dirsi bene avviata, oppure soltanto iniziata: e specialmente non si sa se ci sono notizie dei poveri resti di chi è rimasto un anno e mezzo in quella tragica tomba d’acqua e di lamiere. Possiamo solo augurarci, come modesta rappresentanza dei media del settore marittimo-portuale, che si abbia il dovuto rispetto per le vittime della tragedia: per quelle che da tempo riposano in terra consacrata e per quelle che ancora aspettano di avere una tomba che non fosse il relitto. Nell’immensità di una tragedia che peraltro poteva diventare anche una immensa strage, il ricordo delle persone, delle loro sofferenze e delle sofferenze dei loro cari, non va dimenticato: facendo prevalere gli aspetti tecnologici che sono certamente importanti e rappresentano – nel successo e nell’insuccesso – il massimo di quanto l’uomo è stato capace di inventare, ma che malgrado questo contano meno di una sola delle vite umane perdute. Ci auguriamo che nell’operazione in corso al Giglio questo aspetto non venga mai dimenticato.
A.F.
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