Venezia: le crociere e la rissa
VENEZIA – Richiama un’altra celebre, disperata difesa della città la guerra in corso contro le grandi navi da crociera nella laguna. Ricordate? “Il morbo infuria/il pan ci manca/sul ponte sventola/bandiera bianca”.
[hidepost]Allora si combatteva per la libertà, oggi per la difesa di un’economia che vede nelle grandi navi da crociera una componente importante della vita della città.
In attesa che del problema si occupi il governo nazionale – il premier Letta ha promesso di farlo tra poche ore – è tutto un incrociarsi di messaggi, di accuse e di difese. Ultimo intervento, quello dell’Associazione Agenti Marittimi del Veneto che riferendosi al clamoroso “blocco” delle navi sabato scorso – navi rimaste con i passeggeri attoniti in attesa di essere “liberate” – sottolinea come gli stessi armatori siano rimasti scioccati “a dimostrazione di come il nostro Paese … confermi l’impossibilità di operare in un sistema di regole certe”. Gli agenti marittimi contestano poi – facendo riferimento a numerosi altri porti – il progetto di “improvvisati tecnici” di unificare su Marghera il traffico delle crociere a quello delle merci, soluzione che sarebbe “deleteria per entrambe le tipologie di traffici”. Il sospetto degli Agenti marittimi è in sostanza che dietro l’operazione ci sia l’aspirazione dell’attuale governo della città “di appropriarsi del terminal crociere di Marittima per adibirlo a usi diversi”; dimenticando che il traffico delle crociere oggi rende a Venezia (studi dell’università Ca’Foscari) circa 465 milioni di euro all’anno di sola spesa diretta. E intanto le compagnie di navigazione delle grandi navi – quelle che poi sono la spina dorsale del flusso turistico e di introiti – cominciano a prendere le distanze. Un’altra grande opportunità buttata al vento?
A.F.
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