Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Il porto e l’interporto Vespucci a Baltimora e a New York

Importanti incontri anche con la MSC sul “piano B” della piattaforma Europa – L’impegno dell’interporto per allargare l’operatività e le prospettive sull’aumento di capitale

NEW YORK – Sono attesi da lunedì 28 ottobre a sabato 2 novembre a Baltimora tutti gli operatori mondiali del settore dei prodotti forestali per quella che è la principale fiera mondiale sul tema. E vi parteciperanno anche un folto gruppo di livornesi che operano nel comparto, da Giorgio Neri ai Bonsignori, dalla Cilp dei portuali a Federico Barbera, presidente dell’interporto ma in questo caso come responsabile del terminal Tco della calata Orlando dove da qualche tempo uno dei principali prodotti è il “cippato”, ovvero un derivato dagli scarti dei forestali. Per l’Autorità portuale di Livorno, particolarmente impegnata sulla programmazione delle banchine e dei traffici specializzati, partecipano i dirigenti Gargiulo, Ghio e Lippi.

[hidepost]

Federico Barbera

Quasi in parallelo a questa manifestazione, proprio a New York il giorno 30 ottobre, ci sarà invece un incontro altrettanto importante in cui l’Autorità portuale di Livorno e l’Interporto Vespucci presenteranno, insieme agli imprenditori del settore logistico più importanti (dalla Savino Del Bene alla Giorgio Gori per fare i nomi primari) le prospettive di crescita del porto labronico, compreso il “piano B” per la Piattaforma Europa e il progetto di rifinanziamento (aumento di capitale) e allargamento all’operatività come retroporto del Vespucci. L’incontro è particolarmente atteso perché vi prenderanno parte i vertici di Msc Usa, che hanno chiesto di conoscere le prospettive di sviluppo del porto containers labronico.
Per quanto riguarda il Vespucci, in una recente intervista il suo presidente Federico Barbera ha ribadito che il piano per l’aumento di capitale della Spa procede e che i principali soci pubblici hanno già dichiarato la propria volontà di intervenire per le loro quote parte. Si era aperto un dubbio per una nota della presidenza del consiglio dei ministri italiano che ricordava i “caveat” dell’Unione Europea agli aumenti di capitale limitati ai soli soci pubblici (configurabili in aiuti di Stato) se non accompagnati da analoghi aumenti di capitale da parte dei soci privati: ma Barbera ha chiarito che il problema non sussiste in quanto il principale socio privato, ovvero il Monte dei Paschi di Siena (38% del capitale sociale) ha dichiarato l’intenzione di sottoscrivere l’aumento.
Con il totale dell’aumento di capitale richiesto (18 milioni, ripartito tra i soci) il Vespucci sarebbe in grado – sottolinea Federico Barbera – di rilanciare le sue chances come retroporto, e specialmente di non utilizzare i risultati di gestione (che è in pareggio) per coprire il debito pregresso. Una sfida che sarà rilanciata anche nell’incontro di New York a fine mese, alla ricerca di eventuali ulteriori partner privati.

[/hidepost]

Pubblicato il
19 Ottobre 2013

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio