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Tanto “cippato” al TCO

Il sottoprodotto sta incrementando i traffici del terminal, ma mancano i fondali

BALTIMORA – Se ne parla a cicli carsici, e quasi sempre a livello di specialisti: eppure il traffico dei prodotti forestali continua ad essere uno di quelli storici per il porto di Livorno, sia pure insidiati da altri scali che in tempi di crisi cercano di raccattare quello che c’è. E a Baltimora, dove c’è stata nei giorni scorsi la più importante fiera mondiale del settore, gli operatori livornesi sono intervenuti in forze: da Giorgio Neri alla Cilp, dai Bonsignori al terminalista del Tco che nel sottoprodotto dei forestali, il “cippato” sta trovando un lusinghiero rilancio.
Il rientro a Livorno dalla fiera avverrà probabilmente oggi, sabato 2 novembre: e solo a quel punto si saprà nel dettaglio come è andata.
[hidepost]Perché al contrario di altre fiere di settore, dove spesso si va più per la presenza istituzionale che per il business, nei forestali gli incontri sono operativi, e spesso condotti all’ultimo sangue. Gioca sul settore il lento rilancio della produzione delle cartiere: ma giocano anche altri fattori, come il tentativo dell’edilizia e del mobile di uscire da una delle più lunghe e drammatiche crisi del comparto.
Per Livorno il piano operativo triennale – e lo stesso piano regolatore portuale, ormai alle soglie della sospirata approvazione – prevede di concentrare l’operatività dei forestali sul molo Italia, con i magazzini dedicati immediatamente alle spalle. Per l’Authority di Giuliano Gallanti è la soluzione: per molti degli operatori, specie quelli che già operano su quella specie di “incompiuta” che è il molo stesso, sarà una soluzione solo quando verranno dragate anche le altre due banchine oggi inutilizzabili, ovvero quella nord e quella ovest. Dragaggi previsti e in parte già assegnati: ma sono i tempi che non tornano, perché al solito quelli delle pratiche burocratiche, delle assegnazioni dei lavori e del loro completamento non sono assolutamente allineati con le esigenze degli operatori.
Nel quadro dei forestali, il “cippato” (nella foto il prodotto stivato sul Terminal Calata Orlando, proprio sopravvento alle navi da crociera della banchina ad alto fondale) sta dando un buon contributo al rilancio del terminal stesso: ma per sviluppare questo traffico il TCO ha bisogno di fondali maggiori degli attuali e specialmente di spazi a terra che non ha. La soluzione provvisoria è stata quella di concordare con la Cilp l’affitto delle aree e dei capannoni dell’ex Intercontainers, dove sono in fase di trasferimento alcuni dei traffici di rinfusi. Soluzione provvisoria, ribadisce lo stesso Federico Barbera, in attesa di poter ricostruire il TCO sulla sua destinazione finale, ovvero alla radice della sponda est della Darsena Toscana. E anche per questo, sono i tempi a preoccupare.

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Pubblicato il
2 Novembre 2013

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