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I troppi limiti a Marghera per le crociere

Dall’Associazione agenti raccomandatari del Veneto riceviamo.

VENEZIA – “Alcuni nostri associati hanno dovuto gestire il problema di riposizionare alcune navi passeggere in emergenza su Marghera a causa della chiusura delle bocche di porto per i lavori del Mose.
[hidepost]“Le unità in oggetto non potevano trovare un ormeggio alternativo a Venezia in altri porti e quindi è stata attivata (già a partire da Agosto) la ricerca per determinare degli ormeggi possibili/idonei a Porto Marghera.
“Malgrado la volontà di tutti di cercare una soluzione, ci si è dovuti arrendere di fronte alla realtà dei fatti che le navi da crociera non sono, allo stato attuale e sicuramente nel breve/medio periodo, accoglibili a Porto Marghera se non di dimensioni limitate, in condizioni particolari e quindi mettendo a rischio le peculiarità di servizio per passeggeri, regolare di linea.
“Inoltre, se ce ne fosse stato bisogno, si è avuta la riprova di quanto da noi già espresso e cioè che la coesistenza in Porto Marghera dei due traffici rappresenterebbe un destino tragico per entrambe le realtà produttive sia per l’incompatibilità, sia per l’impatto economico fortemente negativo sul costo dei servizi nautici. Questo vale in maniera evidente soprattutto per le navi “grandi”, sopra le 96.000 tonnellate di stazza, a riprova che risulta necessaria una rivalutazione sostanziale da parte degli organi competenti dei limiti da imporre al passaggio delle navi durante la fase transitoria prima dell’escavo del canale di accesso alternativo.
“In breve sintesi qui sotto riportiamo i problemi (alla fine risultati praticamente insormontabili) riscontrati durante il tentativo di trovare una soluzione a Porto Marghera per le navi escluse dai lavori del Mose e in particolare per una unità appunto con GRT maggiore di 96.000 tonnellate:
1. Limitazioni derivanti da: a. caratteristiche tecniche; b. incompatibilità delle concessioni; c. indisponibilità legata al traffico commerciale esistente nei singoli terminal titolari di concessione.
2. Limitazioni derivanti dalla formazione dei convogli di ingresso ed uscita delle navi in base alle priorità.
3. Limitazioni per air-draft: obbligo di sollevare un cavo di alta tensione ENEL (richiesta da fare con 1 mese di anticipo).
4. Necessità di implementare nuovi piani di sicurezza per i Terminal commerciali.
5. Limiti ambientali per la presenza di materiali polverosi, maleodoranti e forte inquinamento acustico incompatibili con migliaia di passeggeri in transito.
6. Mancanza di una pavimentazione idonea al transito in sicurezza dei passeggeri (presenza di rotaie, mancanza in pali tratti di asfalto, disconnessioni).
7. Mancanza di una area terminal idonea per le operazioni di transito, accoglienza e controllo dei passeggeri ed equipaggio.
8. Mancanza di coperture idonee (anche in mancanza di terminal) per garantire l’afflusso dei passeggeri ed equipaggio.
9. Limitazioni imposte dalla viabilità da ripensare completamente per permettere la separazione dei flussi dei camion da quelli dei passeggeri.
10. Rischi di sicurezza per l’impossibilità di raggiungere la città storica a piedi o con mezzi pubblici che impone l’uso di navette bus o lancioni.
11. Rischi di sicurezza per l’impossibilità di separare i flussi dei passeggeri dai flussi delle provviste/bagagli (tutto sul piano banchina).
12. Rischi di sicurezza per la presenza di banchine strette e disagiate anche per la gestione delle provviste (sia alimentari che tecniche)”.

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Pubblicato il
30 Novembre 2013

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